Eustachio Verricelli era nato in Matera
da Giovanni e da Leonarda Ulmo.
Dal padre, figlio di Eustachio e di Rosa dell'Aquila, medico
ed erario del duca di Gravina del 1536 al 1551, era stato avviato
agli studi di medicina che aveva perfezionato in Napoli conseguendo,
nell'ottobre del 1581, il dottorato nell'arte medica.
Ritiratosi nel suo paese ed avviato alle ricerche storiche da
Donato Frisonio, raccolse notizie e documenti sulla propria famiglia
di cui si serve per la Genealogia di Pantaleone Vercelli e per
una Cronaca de la Città di Matera nel Regno di Napoli che completa
nel 1595.
La Cronaca di Matera nel Regno di Napoli, scritta da Eustachio Verricelli, riguarda notizie risalenti tra il 1595 e il 1596 nella città di Matera, allora appartenente al Regno di Napoli ed anche nel Principato di Taranto e nella Provincia di Terra di Otranto. La cronaca inizia con la descrizione geografica della città che si mescola con le caratteristiche dell'origine del nome, ma anche con la descrizione degli aspetti demografici, topografici e storici che hanno segnato notevolmente la sua evoluzione.
L’opera è costituita da tre parti:
• la prima (1595) dedicata alle patrie memorie;
• la seconda (1596), ricca di notizie storiche;
• la terza, dedicata alla storia della sua famiglia.
L’incompletezza del manoscritto ci impedisce di conoscere la data di nascita del Verricelli. Solo due date sono certe: laurea (1581) e morte (1599). Dobbiamo accontentarci dei dati raccolti dal Gattini.
Gran parte delle notizie sulla sua famiglia derivano dallo stesso autore, che nella Cronaca focalizza l'attenzione sulla genealogia e sull'eredità della sua famiglia, a partire da Sire Pantaleone, proveniente da Vercelli e padrone della marca di Ancona, che si è recato a Matera per essere venuto a conoscenza di un certo Giovanni de' Scalzonis, cioè San Giovanni da Matera, ed ha fondato a Monte Vergine la nota Congregazione. La sua cappella è nella venerabile chiesa di San Pietro e Paolo, dove vi fonda il monastero di San Francesco e dove vi è conservato l'altare della Maddalena, chiamato anche “l'altare di Santa Maria del Carmine” per l'immagine della santa posta sulla destra dell'altare maggiore per la celebrazione della Santa Messa tre volte alla settimana per onorare gli antenati dei Verricelli defunti.
Sire Pantaleone ha due figli, Eustachio e Nicola. Quest'ultimo si sposa con Diamanta Morelli, figlia di Sire Bisantio e nipote di uno dei vescovi di Matera, con la quale ha due figli, Mucio e Gioana Maria, che si sposano con i fratelli Alemi Brunelli. Mucio si sposa con Elisabetta Alemi Brunelli, mentre Gioana Maria con Alemo di Gioane Brunelli. Da Mucio ed Elisabetta nasce un figlio Domenico, che si sposa con Eleonora, figlia del medico mastro Staso Rosano, il quale ha composto un trattato sulle risorse idriche e sui bagni di Cuma Pizolo, di Ischia e di Napoli e sulle virtù dei medici di Salerno. Pantaleone 2º, figlio di Domenico ed Eleonora, si sposa con una erede dei Sanità, Costanza, con la quale ha due figli, Domenico 2º, detto “donno Dominico”, ed Eustachio detto Staso. Questi ultimi inizieranno a dare una svolta all'ambito della medicina. Donno Dominico, prete di grande prestigio, fonda l'Ospedale di San Rocco, mentre Staso edifica la chiesa di San Rocco donandola alla città di Matera in onore di suo fratello, appunto donno Dominico. Staso sposerà Rosa, una delle esponenti di una famiglia altamente nobile, i Cola Biancardino, i quali provengono dalla città dell'Aquila in Abruzzo. Con Rosa si ha quattro maschi ed una femmina, Pantaleone 3º, Giovanni (Gioane), Angelo, Pietro ed Eleonora. Giovanni (Gioane) si sposa con Gemma del Iudice ma non lascia figli ed ebbe una vita breve. Angelo non contrae matrimonio ma ha una vita turbolenta e stravagante. Il primogenito Pantaleone 3º, uomo di modesta statura, possiede un ricco patrimonio terreno a Santa Candida, al Vallone presso Altamura, a Santeramo ed a Ponte Rotundo, presso Miglionico. Prenderà in moglie Fanella di Peregrino di Netto, la cui madre è di casa Caldora, dipendente dal notaio Falciante di Gravina.
Giovanni (Gioane), il fratello di Pantaleone 3º, è un medico di grande prestigio ed è stato privilegiato perfino dall'imperatore Carlo V, essendo quest'ultimo viceré nel regno di Pietro Toledo. E' stato un medico molto apprezzatissimo anche nel ducato di Gravina ed a Napoli. Egli prende in moglie una certa Leonarda Ulmo, figlia di Pietro Ulmo e sorella del reverendo donno Francesco Ulmo, decano e vicario di Matera. Con questa, egli ha ventuno figli, diciannove maschi e due femmine, una delle quali, Giulia, è stata monaca nel monastero di Santa Lucia di Matera. Eleonora, sorella di Pantaleo e Giovanni (Gioane), sposa un certo Scipione Viccaro, figlio di Donato Viccaro e maggiordomo del Conte Carlo Tramontano. Possiede delle proprietà presso Matera, Ginosa e Bernalda e lascia con Eleonora due figli maschi, Marco Antonio che fu cavallario e commendatore di San Lazzaro e Pietro Antonio che, pur essendo dottore in legge, morì prematuramente. Giovanni Antonio (Joanne Antonio), figlio di Pantaleo 3º e di Fanella di Peregrino di Netto, è molto abile in tutte le scienze ed intraprende gli studi a Padova. Tuttavia, prima di laurearsi, torna a Matera presso la Chiesa Cattedrale per sostenere una disputa su tutte le scienze, che comprendono la grammatica, la logica, la filosofia, la matematica, la medicina ed infine la sacra teologia.
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