Autore | Titolo | Luogo e data |
---|---|---|
ALLIEGRO ENZO VINICIO | La Basilicata e il "Nuovo Mondo". Inchieste e studi sull'emigrazione lucana (1868-1912) | Potenza, Consiglio Regionale della Basilicata, 2001 |
CALICE NINO - PERSICHELLA ENZO (a cura di) | Immigrare in Italia. Il caso Basilicata | Rionero in Vulture, AB, 1995 |
FRANCIOSI MARIA LAURA | …per un sacco di carbone | Bruxelles, ACLI Belgio, 1997 |
LAFRANCESCHINA FELICE | Trenta giorni di nave a vapore. Storia e testimonianze dell'emigrazione lucana in Brasile | Potenza, Ermes, 1999 |
SCELZO CLAUDIA | Le politiche migratorie della Regione Basilicata: La Commissione Lucani all'estero | Lagonegro, Zaccara, 2009 |
SCHIRONE MARIA | Quelli dal volto bruno. 1. I lucani in Belgio | Possidente, Pianeta Libro Editori, 1998 |
SCHIRONE MARIA | Quelli dal volto bruno. 1. I lucani nel mondo | Possidente, Pianeta Libro Editori, 1998 |
SCHIRONE MARIA | Dove la terra finisce. I lucani in Cile | Possidente, Pianeta Libro Editori, 1999 |
SCHIRONE MARIA (a cura di) | Soffrimento Destino e Avventura. Autobiografia di Giuseppe Lovaglio un lucano nel mondo | s.l., Erreciedizioni, 2003 |
STRAZZA MICHELE | Emigrazione e fascismo in Basilicata. Gli emigrati lucani negli Stati Uniti e l'appoggio al Fascismo | Melfi, Tarsia, 2004 |
STRAZZA MICHELE | Emigrazione e fascismo in Basilicata. Gli emigrati lucani negli Stati Uniti e l'appoggio al Fascismo | Melfi, Tarsia, 2004 |
D'ADDEZIO GIUSTINO (a cura di) | Con i nostri santi in Australia. La pietà popolare degli emigrati Lucani | Sidney, Associazione Lucania in Australia, 2002 |
COVIELLO LUCIA | Emigranti dimenticati. Storie e testimonianze di lucani in Paraguay e in Uruguay | Potenza, Stes, 2007 |
Un blog sulle "microstorie" della Basilicata e sulla Storia che ad esse si intreccia.
giovedì 23 luglio 2015
Bibliografie essenziali. 2. Emigrazione in Basilicata
giovedì 16 luglio 2015
Bibliografie essenziali. 1. Arte in Basilicata
Autore | Titolo | Luogo e data |
---|---|---|
AA. VV. | I segni della civiltà contadina: le sculture di Rocco Molinari | Salerno, Direzione dei Musei Provinciali, 1983 |
AA.VV. | Le piante del Castello | Roma, edizioni Atena, 1987 |
AA.VV. | I paesaggi ad olio di Anna Faraone | Potenza, Consiglio regionale della Basilicata, s.d. |
ACIERNO PELLETTIERI ANTONIETTA | Heimatlos. Dialettica di un frammento | Potenza, Circolo Culturale "Silvio Spaventa Filippi", 2003 |
BENINACASA CARMINE | Mastroianni. Monumenti 1945-1986 | Napoli, Electa, 1986 |
CARDONE RINO | Moles. Simulazione divina | Villa D'Agri, Exe Edizioni d'Arte, s.d. |
D'EPISCOPO FRANCESCO | Materia e memoria di Lucania. La scultura di Rocco Molinari | Galatina, Congedo, 1984 |
DI PEDE FRANCO | Il segno rifatto | Milano, Mazzotta, 1992 |
DI PEDE FRANCO | I rifugi dell'anima | Matera, Studio, 2000 |
DI PEDE FRANCO | Arte e territorio a Matera | Roma-Bari, Laterza, 1986 |
ENGLAND RICHARD | Fraxions | Melfi, Libria, 1995 |
GRELLE IUSCO ANNA | Arte in Basilicata | Roma, De Luca, 2001 |
MARINETTI ALDO | Segni di terra | Potenza, Consiglio Regionale della Basilicata, 2005 |
MURRO MARIOLINA | Il Castello di Federico. Note storico-architettoniche sul castello di Lagopesole | Roma, edizioni Atena, 1987 |
NOTTE EMILIO | Dal Futurismo agli anni Settanta. Opere su carta | Napoli, Electa, 2001 |
PALUMBO EDUARDO | Pitture d'inizio secolo | Napoli, Electa, 2003 |
PISCOPO UGO (a cura di) | Il vigore del magma. Le sculture di Rocco Molinari | Potenza, Consiglio Regionale della Basilicata, 2002 |
RIVELLI ANNA R. G. | Al passare di Alfea | Potenza, Studio 10 Arte, 1996 |
RIZZI ALBERTO | Scritti sull'Arte in Basilicata (1966-1976). Con disegni dell'Autore | Matera, BMG, 2007 |
ROSATI ANGELA | I luoghi sono destini | Potenza, Consiglio Regionale della Basilicata, 2004 |
SCARCIA GABRIELE | Il Polittico di Cima da Conegliano a Miglionico | Napoli, Electa, 2002 |
SCARCIA GABRIELE | Andrea Miglionico. Un pittore giordanesco tra Basilicata, Puglia e Campania | Potenza, Consiglio Regionale della Basilicata, 2005 |
TALLARICO LUIGI | Lucio Rofrano. Forme e luci | Anzi, Erreci Edizioni, 1999 |
VILLANI ROSSELLA | Pittura murale in Basilicata. Dal Tardoantico al Rinascimento | Potenza, Consiglio Regionale della Basilicata, 2000 |
VILLANI ROSSELLA | La pittura in Basilicata dal Manierismo all'Età Moderna | Potenza, Consiglio Regionale della Basilicata, 2006 |
AA.VV. | Coralli segreti. Immagini e miti dal mare tra Oriente e Occidente | Potenza, s.e., 2006 |
GAVIOLI LAURA (a cura di) | Visionari primitivi eccentrici. Da Alberto Martini a Licini, Ligabue, Ontani | Venezia, Marsilio, 2005 |
giovedì 9 luglio 2015
Il Viceregno austriaco. 2. Le premesse
Nell’ambito di una crisi ormai cronica per il Regno di Napoli, il XVIII secolo si apriva con il problema della successione di Carlo II, problema che metteva in pericolo l’equilibrio europeo, solo apparentemente ristabilito con la pace di Ryswick del 1697. Il problema della successione riguardava da vicino la Francia di Luigi XIV (dal momento che il sovrano francese aveva sposato una discendente degli Asburgo di Spagna), Leopoldo I (marito della sorella di Carlo II), e Vittorio Amedeo II di Savoia (figlio di una principessa spagnola).
Alla lettura del testamento, tuttavia, risultò evidente che Carlo II aveva designato come suo erede universale Filippo V d’Angiò, nipote del Re Sole, a patto che non riunisse la corona spagnola con quella francese. La situazione portava, quindi, a temere una possibile unione tra Francia e Spagna, creando il casus belli per la guerra di successione spagnola (1701-1714), nella quale l’Inghilterra, l’Olanda, l’Austria e la Prussia si coalizzarono contro la Francia che, dopo la sconfitta subita a Torino nel 1706, abbandonò l’Italia a vantaggio degli austriaci.
Furono proprio le truppe austriache che nel 1707 entrarono a Napoli, ponendo fine alla dominazione spagnola nel Regno e venendo accolti come possibili “sollevatori” di un Mezzogiorno che aspettava una nuova fase politica. Gli Asburgo governarono nel Mezzogiorno dal 1707 al 1734, senza, tuttavia, sostanziali cambiamenti politici e istituzionali.
La direzione del governo centrale fu affidata ai togati, mentre il consiglio Collaterale diventava centro del potere ministeriale. Anche sotto il governo austriaco il Regno di Napoli dovette provvedere ai pagamenti fiscali e, ancora una volta, al centro della gestione fiscale e politica era la feudalità, che alimentava tensioni che spesso sfociavano in rivolte, come quella contadina del 1721. A rendere ancora più difficile il governo del Regno erano i continui tentativi di riconquista da parte di Filippo V che, nel 1718, aveva cercato di ristabilire il proprio controllo in Sardegna e Sicilia, venendo, tuttavia, sconfitto a Capo Passero e, con la pace dell’Aja del 1720, vedendo riconfermato il controllo austriaco.
Tali continue tensioni creavano instabilità soprattutto sull’aspetto finanziario: si cercò, infatti, di limitare il potere dei baroni senza alcun esito, poiché intervenne il Consiglio Collaterale a difesa della feudalità. Nel 1728 il vicerè Michele Federico Althann istituì il pubblico Banco di San Carlo, per finanziare l'imprenditoria privata di stampo mercantilistico, ricomprare le quote di debito pubblico e liquidare la manomorta ecclesiastica. Lo stesso vicerè si procurò l'inimicizia dei gesuiti per aver tollerato la pubblicazione delle opere degli anticurialisti Giannone e Grimaldi.
Un nuovo tentativo di invasione di Filippo V riportò il bilancio del regno nuovamente in deficit, costringendo, nel 1731, Aloys Thomas Raimund a promuovere l'istituzione di una «Giunta delle Università» per controllare i bilanci dei piccoli centri delle provincie, assieme alla «Giunta della Numerazione» per il riordino delle amministrazioni finanziarie, istituita nel 1732. I nuovi Catasti furono, però, ostacolati dai proprietari terrieri e dal clero, che voleva scongiurare i propositi del governo di tassare i beni ecclesiastici. L'ultimo dei vicerè austriaci, Giulio Visconti, fu costretto a far fronte all’invasione borbonica e alla conseguente guerra, ma riuscì a lasciare, nel contempo, ai nuovi sovrani una situazione finanziaria migliore rispetto a quella trovata alla fine del Viceregno ispano-napoletano.
giovedì 2 luglio 2015
Il Viceregno austriaco. 1. Caratteri generali
Una consolidata tradizione storiografica considera questi ventisette anni della storia del Mezzogiorno come una parentesi tra il Viceregno spagnolo (1503-1707) e il regno di Carlo di Borbone (1734-1759). In realtà, sin dagli anni Sessanta del secolo scorso una nuova linea interpretativa (alimentata dagli studi di Raffaele Ajello, di Raffaele Colapietra, di Giuseppe Ricuperati e soprattutto di Giuseppe Galasso, autore di una riflessione continua su questo tratto di storia e, più in generale, sull’intera vicenda del Regno di Napoli) ha sottolineato che si tratta di un periodo intenso di riforme di cui occorre mettere in luce «l’impostazione di una politica giurisdizionalista e anticurialista, l’avvio di una classe dirigente rinnovata che sarà poi al servizio del riformismo carolino».
Va evidenziato, inoltre, come il periodo del Viceregno austriaco sia stato fortemente articolato al suo interno a causa di varie congiunture politiche e militari quali la guerra di successione spagnola fino al 1713, quella di Sicilia tra il 1718 e il 1720 e l’accordo di Inghilterra e Olanda con Francia e Spagna atto a riconoscere ai Borbone un ruolo importante nella penisola.
Del resto, all’interno dello stesso periodo, si può distinguere una prima fase fino agli anni Venti indubbiamente dominata da un’economia di guerra e dall’aggravarsi della situazione finanziaria, e una seconda fase, quella successiva agli anni Venti, contrassegnata da una significativa spinta al rinnovamento sostenuta da un riformismo che avrebbe lasciato tracce importanti nella storia del Regno, ancorché i progetti di maggiore portata rimasero incompiuti: basti pensare alla fondazione del Banco di San Carlo e al piano di ricompra dei fiscali. Il bagaglio di conoscenze e di esperienze accumulato negli anni di dominio austriaco sarebbe infatti riaffiorato nei circoli culturali fioriti nella stagione di un Regno finalmente con un tanto atteso re proprio. Un esempio fra tutti: il progetto di riforma degli studi di Celestino Galiani, proposto durante il periodo austriaco, sarebbe stato ripreso e attuato con Carlo di Borbone.
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