Il manoscritto di Nicolò Domenico Nelli, canonico della cattedrale metropolitana e archiviario alla Curia arcivescovile, consiste in un’ampia e accurata trattazione storica della città di Matera, dal titolo Cronaca di Matera 1751, seguito dal sottotitolo Descrizione della città di Matera, della sua origine e denominazione, de’ fatti in essa accaduti, de’ suoi cittadini e delle sue chiese e monasteri sì antichi che moderni e della loro descrizione, raccontata da Nicolò Domenico Nelli, canonico della chiesa metropolitana di essa città, da varii autori e da diversi manoscritti antichi con molta sua fatiga e dal suddetto posta in opera sino all’anno 1751.
Si tratta di un manoscritto cartaceo, assemblato postumo in un faldone color avorio, costituito da 492 fogli in carta pergamenata, dai bordi ingialliti ed erosa dal tempo. Dal punto di vista strutturale, l’opera è divisa in cinquanta capitoli, seguiti da un indice e da una nota conclusiva dell’autore.
I capitoli introduttivi sono dedicati alle origini della città di Matera ed alla sua edificazione e denominazione. Dal capitolo III al X, invece, la trattazione si sofferma sui cittadini insigni che hanno abitato la città: Cittadini insigni nella santità nella bontà di vita ed esemplarità di costumi; Cittadini di Matera ascesi a dignità ecclesiastiche; Cittadini di Matera che sono avanzati nella dignità ed offici scolari; Cittadini di Matera avanzati nelle diverse scienze; Cittadini di Matera applicati nel mestiere dell’arme, ove fecero molto progresso; Della nobiltà così antica, come moderna della città di Matera; Cittadini che hanno posseduto feudi, nobili e rustici.
A seguire, i capitoli XI e XII riportano i privilegi che la città di Matera ottenne nelle diverse epoche da Re e Imperatori e alcune vicende legate al conseguimento degli stessi. La trattazione affrontata in questi primi dodici capitoli culmina nel XIII, costituito da un corollario.
Nel capitolo XIV, il canonico si dedica ad un’accurata descrizione della chiesa cattedrale metropolitana di Matera e delle sue prerogative, per poi dedicarsi ai costumi della città dal capitolo XV al XIX.
I capitoli XX, XXI e XXII sono dedicati alle chiese parrocchiali di S. Pietro Caveoso, S. Pietro Barisano e S. Giovanni Battista, mentre il capitolo XXIII è dedicato alle parrocchie antiche, non più esistenti già all’epoca di Nelli. Particolarmente interessante è il cenno relativo alle chiesette rupestri: “adesso sono: o case, o cantine, dove sino a i nostri tempi s’osservano alcune effigie di Santi pittati alle mura, e la maggior parte di esse erano cavate dentro massi di tufi.”
Dal capitolo XXIV alla fine, il canonico descrive i monasteri, i conventi e le chiese della città: il monastero di S. Eustachio, il monastero di S. Maria de Armenis, il monastero di S. Salvatore di Timbaro, il monastero di S. Maria della Valle, il monastero di S. Maria di Picciano, il convento dei Padri Domenicani, il convento dei Padri Francescani detti Conventuali, il convento dei Padri Cappuccini, il convento dei Padri Agostiniani, il convento dei Padri Riformatori detto di S. Rocco, il convento dei Padri Carmelitani, dove si fondò poi il seminario, il monastero di Monache Claustrali Benedettine Cassinesi detto di S. Agata e di S. Lucia, il convento di Monache Claustrali di S. Maria la Nova, il convento di Monache Claustrali appartenenti all’ordine religioso di S. Chiara, la chiesa di S. Egidio, la chiesa di S. Maria delle Vergini, la chiesa di S. Maria Monte Verde, la chiesa di S. Maria degli Angeli, la chiesa di S. Maria della Palomba, la chiesa del SS. Crocifisso detta della Gravinella, la chiesa di S. Lazzaro, la chiesa della SS. Annunziata detta della Nunziatella, la chiesa di S. Maria dell’Arena e la Chiesa del SS. Crocifisso detta della Selva. I capitoli XXXVIII, XL e XLI, nello specifico, sono dedicati rispettivamente al Conservatorio detto di S. Maria della Pietà, alla congregazione del Purgatorio e alla descrizione delle chiese fuori della città, oltre a quelle di Picciano, Timbaro e S. Maria della Valle. In conclusione, il canonico dichiarerà la sua impresa ultimata, non rinunciando, però, a riportare alcuni cenni sulle chiese di S. Biagio, di S. Maria delle Virtù e di S. Bartolomeo. Indiscutibilmente, il lavoro condotto da Nelli, alla cui memoria la città di Matera ha dedicato una strada, è stato enorme e assai impegnativo.
La Cronaca di Matera 1751, dunque, oltre a possedere un carattere identitario e territoriale preziosissimo, costituisce un importante contributo per la storia della storiografia locale, proseguito da Bellisario Torricelli, da Giuseppe Gattini e da Carmenio Copeti, ma anche da Francesco Paolo Volpe, autore delle Memorie Storiche profane e religiose su la città di Matera, stamp. Simonina, Napoli 1818, che indubbiamente conosceva il manoscritto di Nelli.
Il manoscritto autografo in questione, precedentemente conservato nella Biblioteca del Museo nazionale D. Ridola, si trova attualmente nell’Archivio di Stato di Matera. Inoltre, nella Biblioteca Provinciale “T. Stigliani”, sempre a Matera, e precisamente nella Sez. Lucana al terzo piano dell’edificio, è possibile consultare la trascrizione dattilografica del manoscritto, riportata all’interno della tesi di laurea Documenti di storia meridionale: L'inedita cronaca di Matera del canonico Nicolò Domenico Nelli di Fausta Ventura, rel. T. Pedìo, Università degli studi di Bari, a.a. 1968-69, collocazione Luc. S.C.00443 n. 41008.
(Foto: Sonia Sciandivasci)
(Foto: Sonia Sciandivasci)
BIBLIOGRAFIA:
Nelli, Nicolò Domenico, Cronaca di Matera 1751, in Archivio di Stato di Matera.
F. Ventura, Documenti di storia meridionale: L'inedita cronaca di Matera del canonico Nicolò Domenico Nelli, tesi di laurea, Bari, Università degli studi, a.a. 1968-69.
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