Il problema della abusata denominazione
“Capeto” per indicare la casa reale risale alla pubblicistica francese ed alla
sua diffusione in Italia nel triennio giacobino. In Francia, l’indicazione di
Luigi XVI con il semplice nome della casata (dai Capetingi, per via indiretta,
discendevano le dinastie regie dei Valois, degli Orléans e dei Borbone)
indicava una precisa volontà di abbassare il sovrano al livello di semplice cittadino.
Del resto, Luigi fu denominato “Capeto” in maniera
esplicita nell’atto di condanna a morte («Louis Capet, ci-devant roi des
Français, est-il coupable de conspiration contre la liberté publique, et
d'attentats contre la sûreté de l'État»). La valenza dispregiativa si diffuse
anche a Napoli ad opera di letterati quali Vincenzo Monti, che nell’Inno per
l’anniversario del supplizio di Luigi XVI (1799) insisteva appunto sul
“vile Capeto” (v. 7; che il testo fosse ampiamente diffuso a Napoli lo dimostra
la sua diffusione come foglio volante e con il titolo Inno alla Libertà del
cittadino Vincenzo Monti, tra l’altro conservato in BNN, BNN, Rari, S. Q. XXXII/ F.2, f. 5). Questo
appellativo, con valenza dispregiativa ad indicare i misfatti della dinastia,
con riferimento soprattutto alla fama di inetti per i sovrani e di virago per
le sovrane, nonché per i noti fatti delle guerre di successione europee di
inizio XVIII secolo si diffuse capillarmente nella pubblicistica repubblicana
delle province, spesso connessa all’indicazione dell’origine straniera,
“imposta” della casata dei Borbone. Ad esempio, il proclama ai materani del
commissario repubblicano Francescantonio Ceglia (commissario del Bradano) inizia
con la semplice, “francese”, denominazione di “Ferdinando Capeto”, legata,
quasi per antonomasia, alla figura del tiranno: «Siete finalmente liberi, o
Cittadini. Il Tiranno Ferdinando Capeto non strapperà più dalle braccia delli
genitori, delle spose, e de’ pupilli, il padre, il marito, il figlio per
sostenersi sul trono» (SNSP, Miscellanea
1799. Giornali – Carte volanti (privati) – Versi e prose, Il cittadino Francescantonio Ceglia
Commissario Organizzatore alli cittadini abitanti la Provincia di Matera,
f. 102085, ll. 1-4).
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