lunedì 28 luglio 2014

Una leggenda "nera" del Mezzogiorno: il cardinale Fabrizio Ruffo 1. Giovinezza

Da Letterio Ruffo di Bagnara e Giustiniana Colonna nacque Fabrizio Ruffo il 16 settembre 1744.
All’età di quattro anni Fabrizio fu portato a Roma per essere educato sotto gli auspici del proprio cardinale decano Tommaso, alla cui corte stavano allora il cardinale Antonio Ruffo, suo nipote, don Giacomo Ruffo e Moncada, suo cugino secondo, e Tiberio Ruffo, nipote del cardinale Antonio e suo pronipote».
All’età di quattordici anni Fabrizio entrò nell’esclusivo Collegio Clementino, pur ritornando per brevi periodi in Calabria dove ad attenderlo trovava i genitori e le sorelle. Precettore di Fabrizio fu Monsignor Angelo Braschi, al quale il cardinale Tommaso aveva lasciato, al momento della morte, una cospicua somma di denaro, che il futuro Pio VI tenne in considerazione nella scelta dei componenti la famiglia dei Bagnara per le cariche di una certa rilevanza politica. Fabrizio eccelleva nelle scienze fisiche ed economiche e si laureò anche in Giurisprudenza nell’Università La Sapienza il 16 febbraio 1767 (per un certo periodo il giovane Fabrizio aveva frequentato lo studio degli avvocati Bucci e Gasparri), evitando, volutamente, di studiare il diritto canonico. Durante gli anni del Collegio Fabrizio era stato ordinato Diacono, ma non volle compiere il passo successivo, deludendo, così, le aspettative di monsignor Braschi, il quale in seguito non avrebbe mancato di rimproverarlo anche divenuto pontefice. I loro rapporti furono molto logorati da quella scelta di campo di Fabrizio.










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