Montalbano si connota
per la sua posizione strategica, su un’ampio colle che si eleva per 292 metri sul
livello del mare e dista dallo Ionio 22 chilometri.
Il castello fu il primitivo nucleo intorno al quale sorse l’agglomerato urbano e ne rimase il centro di potere e di aggregazione lungo tutto il ciclo della modernità; cresciuta, comunque, la popolazione, Montalbano aveva allargato il proprio abitato oltre la cinta delle mura, anche grazie ad un’espansione economica notevole, dovuta alla fertilità delle sue terre.
Il castello fu il primitivo nucleo intorno al quale sorse l’agglomerato urbano e ne rimase il centro di potere e di aggregazione lungo tutto il ciclo della modernità; cresciuta, comunque, la popolazione, Montalbano aveva allargato il proprio abitato oltre la cinta delle mura, anche grazie ad un’espansione economica notevole, dovuta alla fertilità delle sue terre.
1601
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1622
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1671
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1675
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1703
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1736
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1798
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1805
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Abitanti
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3.020
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2.395
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1.085
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1.085
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1.085
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3.000
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2.536
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2.600
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Nel XV secolo, e più
precisamente nel 1463, Montalbano era passata ai Sanseverino. Con la rovina
della famiglia Sanseverino, il feudo fu messo in vendita «ad asta pubblica» nel
1573 ed acquistato da Garcia de Toledo, la cui famiglia acquisì giurisdizione
feudale sull’abitato con il titolo di principi. Dopo i Toledo, il feudo
montalbanese era passato agli Alvarez de Medina Sidonia, che lo avrebbero
mantenuto fino all’età napoleonica.
La notevole importanza
di snodo viario ed economico ricoperta da Montalbano fu, nella prima metà del
Settecento, la sosta di Carlo di Borbone nel 1735: infatti il sovrano,
che avrebbe potuto proseguire da Policoro per Rocca Imperiale, invece si fermò nel
centro ionico, accoltovi in modo festoso ed entusiastico. Di conseguenza, il
sovrano, per dimostrare la sua soddisfazione per l’accoglienza ricevuta, il 23
gennaio 1735 concesse all’Università di Montalbano il titolo di città. Nell’ambito
delle diocesi basilicatesi, Montalbano, tra l’altro, rientrava nella diocesi di
Tricarico, una delle più estese della provincia, il che dimostra come anche il
potere ecclesiastico percepisse l’importanza del centro ionico per il controllo
degli snodi della costa.
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