sabato 11 maggio 2013

Risorgimento lucano. 8. Domenico Asselta di Laurenzana. Una vita per l'Unità

Domenico Asselta nacque a Laurenzana (Potenza) il 30 luglio 1817 da Francesco e da Violante Asselta. Sua madre era figlia di un omonimo Domenico Asselta, che, capomassa nel 1799 al seguito del cardinale Ruffo, aveva aderito invece dopo il 1806 al nuovo regime e, nel 1820, era divenuto alto dignitario della carboneria, partecipando al moto costituzionale.
Iniziato dal nonno materno, l'Asselta aderì giovanissimo alla carboneria e assunse posizioni radicali nei moti del 1848-49. Ricco proprietario terriero e capitano della Guardia nazionale del suo paese, arruolò a proprie spese una compagnia di ottanta volontari che, destinati in Lombardia, vennero invece posti alle dipendenze del Circolo costituzionale lucano: scoppiata nel maggio 1848 l'insurrezione in Calabria, egli fu fautore della partecipazione armata a sostegno di essa e, nel luglio, fu coinvolto nel tentativo diretto a costituire un governo provvisorio a Potenza. Sottoposto a processo nel 1849, rimase latitante fino al 1856 e subì poi solo una relegazione, prima a Melfi per diciotto mesi, poi a Lagonegro per sei.
Nel 1859 l'Asselta promosse in Laurenzana la costituzione di un comitato insurrezionale aderente al comitato dell'ordine: inviato a Potenza, nell'agosto del 1860, dal Comitato di Corleto, con ben 108 armati da Laurenzana, fu ferito nello scontro che le forze insurrezionali sostennero il giorno 18 con le truppe borboniche in quella città. Chiamato a far parte del governo prodittatoriale lucano, venne assegnato al comitato di Finanza. Colonnello e ispettore della Guardia nazionale, represse i primi moti reazionari scoppiati nell'ottobre dei 1860 a Carbone, Castelluccio ed Avigliano, distinguendosi poi, nel novembre dell'anno successivo, nella repressione del brigantaggio e sostenendo ad Accettura ed a San Mauro Forte scontri con le bande dello spagnolo Borjès.
Nel 1861 aderì al Comitato di provvedimento destinato a raccogliere fondi e armi per la liberazione dello Stato pontificio e del Veneto, e ne fu tra i maggiori esponenti nella regione. Sindaco di Laurenzana, fu. consigliere e vice presidente del consiglio provinciale di Basilicata. Eletto deputato al parlamento nazionale il 28 genn. 1866 per il collegio di Corleto Perticara, vide il 16 ottobre annullata la sua prima elezione per constatata irregolarità, ma i suoi elettori gli confermarono il mandato nelle elezioni del marzo successivo. Rimase così alla Camera ancora per un anno, militando nelle file della Sinistra costituzionale: si dimise il 10 marzo 1868 per consentire a Pietro Lacava l'ingresso nella politica attiva.
Domenico Asselta morì a Laurenzana l'8 maggio 1873.
FONTE: voce di T. PEDIO in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1962, vol. 4.

1 commento:

  1. Il mio antenato, mio padre Asselta Clemente Domenico

    RispondiElimina

La cultura meridionale. 6. Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi (audiolibro)

  (Clicca sull'immagine per aprire l'audiolibro)