Domenico Asselta nacque a
Laurenzana (Potenza) il 30 luglio 1817 da Francesco e da Violante Asselta. Sua
madre era figlia di un omonimo Domenico Asselta, che, capomassa nel 1799 al
seguito del cardinale Ruffo, aveva aderito invece dopo il 1806 al nuovo regime
e, nel 1820, era divenuto alto dignitario della carboneria, partecipando al
moto costituzionale.
Iniziato dal nonno materno, l'Asselta
aderì giovanissimo alla carboneria e assunse posizioni radicali nei moti del
1848-49. Ricco proprietario terriero e capitano della Guardia nazionale del suo
paese, arruolò a proprie spese una compagnia di ottanta volontari che,
destinati in Lombardia, vennero invece posti alle dipendenze del Circolo
costituzionale lucano: scoppiata nel maggio 1848 l'insurrezione in Calabria,
egli fu fautore della partecipazione armata a sostegno di essa e, nel luglio,
fu coinvolto nel tentativo diretto a costituire un governo provvisorio a
Potenza. Sottoposto a processo nel 1849, rimase latitante fino al 1856 e subì
poi solo una relegazione, prima a Melfi per diciotto mesi, poi a Lagonegro per
sei.
Nel 1859 l'Asselta promosse in
Laurenzana la costituzione di un comitato insurrezionale aderente al comitato
dell'ordine: inviato a Potenza, nell'agosto del 1860, dal Comitato di Corleto,
con ben 108 armati da Laurenzana, fu ferito nello scontro che le forze insurrezionali sostennero il giorno 18 con
le truppe borboniche in quella città. Chiamato a far parte del governo prodittatoriale
lucano, venne assegnato al comitato di Finanza. Colonnello e ispettore della
Guardia nazionale, represse i primi moti reazionari scoppiati nell'ottobre dei
1860 a Carbone, Castelluccio ed Avigliano, distinguendosi poi, nel novembre dell'anno
successivo, nella repressione del brigantaggio e sostenendo ad Accettura ed a
San Mauro Forte scontri con le bande dello spagnolo Borjès.
Nel 1861 aderì al Comitato di
provvedimento destinato a raccogliere fondi e armi per la liberazione dello
Stato pontificio e del Veneto, e ne fu tra i maggiori esponenti nella regione.
Sindaco di Laurenzana, fu. consigliere e vice presidente del consiglio
provinciale di Basilicata. Eletto deputato al parlamento nazionale il 28 genn.
1866 per il collegio di Corleto Perticara, vide il 16 ottobre annullata la sua
prima elezione per constatata irregolarità, ma i suoi elettori gli confermarono
il mandato nelle elezioni del marzo successivo. Rimase così alla Camera ancora
per un anno, militando nelle file della Sinistra costituzionale: si dimise il
10 marzo 1868 per consentire a Pietro Lacava l'ingresso nella politica attiva.
Domenico Asselta morì a
Laurenzana l'8 maggio 1873.
FONTE: voce di T. PEDIO in Dizionario
Biografico degli Italiani, Roma, Istituto
della Enciclopedia Italiana, 1962, vol. 4.
Il mio antenato, mio padre Asselta Clemente Domenico
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