domenica 22 giugno 2025

Riflettere sulla didattica della storia. A margine di un testo del 2025


Il testo di Angelo Lacerenza, Il brigantaggio meridionale dopo l'Unità d'Italia: tra storiografia, identizzazione e mitizzazione (Avigliano, Pisani Teodosio Edizioni, 2025) offre un ottimo spunto a docenti e studenti di storia partendo dal tema del brigante, vero e proprio elemento cardine della mitopoiesi delle "piccole patrie". 

Un elemento, questo, affermatosi in maniera prepotente (e preoccupante) in contrapposizione al 150mo dell'Unitá d'Italia, come perno del revanscismo neoborbonico e di quel sovranismo "social" di bassa lega che ha - come evidenziato da Lacerenza - elementi di spicco nelle tifoserie di centri come Rionero in Vulture e lo stesso capoluogo regionale, Potenza, che di Carmine Crocco fanno il loro simbolo. 

Ma perché il pubblico finisce per credere che i briganti siano portabandiera della libertà? La risposta è complessa, ma tra i fattori si può evidenziare il fatto che manchi un ruolo della scuola nell'educare a una fruizione consapevole della Storia (come evidenziato da Francesco Benigno nel suo recente La Storia al tempo dell'oggi). Manca, di fatto, un ruolo normativo della Scuola non perché non ci sia una didattica appropriata (checché ne dica la più retriva accademia italiana), ma perché sono gli stessi manuali ad essere carenti relativamente ad uno snodo storico non solo meridionale, ma dell'Italia tutta. Si dovrebbe, dunque, rimediare riportando al centro della didattica non solo il racconto, ma anche e soprattutto lo studio di casi.

In questo, assume rilevanza peculiare e fruttuosa la Public History, che ha un ruolo notevole nel divulgare seriamente, uscendo fuori dai recinti dolorosamente autoreferenziali della ricerca accademica, insegnando un'analisi critica anche delle informazioni reperibili sul web, che, laddove siano errate, vanno decostruire con un lavoro di confronto con le fonti, in un fruttuoso intreccio tra vecchio e nuovo atto a creare uno storytelling razionale contrapposto a quello "emozionale" del "brigante gentiluomo" che (sottolinea ancora Lacerenza) non è e non può essere interpretato come il classico bandito sociale sulla cui figura si basano tante disinvolte rappresentazioni anche di matrice bassamente turistica.

La didattica a scuola deve (e in molti casi sta cercando di farlo), anche con testi come quello di Angelo Lacerenza, far capire agli studenti come la storia viene e venne vissuta, rispondendo, secondo l'invito di Benigno nel suo libro, a revisonismi, sovranismi e negazionismi di vario genere.

Nessun commento:

Posta un commento

Riflettere sulla didattica della storia. A margine di un testo del 2025

Il testo di Angelo Lacerenza, Il brigantaggio meridionale dopo l'Unità d'Italia: tra storiografia, identizzazione e mitizzazione (Av...