giovedì 10 febbraio 2022

La Basilicata contemporanea. 42. Il massacro di Kindu e Nicola Stigliani di Potenza (Leonardo Pisani)

In occasione del 55° anniversario dell’Eccidio di Kindu, il Sergente Maggiore Nicola Stigliani, caduto nell’ex Congo belga mentre partecipava ad una missione che l’Aeronautica Militare stava compiendo per conto dell’ONU, si è ricongiunto quest’oggi ai suoi commilitoni, a distanza di cinquantacinque anni dalla tragedia. Dal 11 novembre 2016, l’Elettromeccanico di Bordo della 46ª Brigata Aerea riposa presso il Sacrario di Kindu, a Pisa, nel tempio che proprio in memoria dei Tredici Caduti dell'11 Novembre 1961 fu eretto in seguito ad una sottoscrizione popolare.

Per espressa volontà della famiglia, la Medaglia d'Oro al Valore alla Memoria Nicola Stigliani, è stato infatti traslato a Pisa dal cimitero di Potenza, dove ha riposato per tutti questi anni, affinchè si riunisse ai suoi colleghi, tutti accomunati dallo stesso tragico destino mentre compivano il loro dovere al servizio del Paese. 

Stigliani era l’unico di quei sfortunati militari trucidati ad essere sepolto nella sua città. La madre lo voleva a Potenza, e lì è rimasto per volontà dei fratelli sino alla morte della madre , che fece intervenire Emilio Colombo per avere la salma del giovane figlio a Potenza. Era l’11 novembre 1961 e fu  chiamato l’eccidio di Kindu per la crudeltà con cui fu commesso e per il nome della località dove avvenne, nell’ex Congo belga, dove furono trucidati tredici aviatori italiani, facenti parte del contingente dell’Operazione delle Nazioni Unite in Congo inviato a ristabilire l’ordine nel paese sconvolto dalla guerra civile.

I tredici militari italiani formavano gli equipaggi di due C-119, bimotori da trasporto della 46ª Aerobrigata di stanza a Pisa. Tra le vittime anche un giovane lucano  Nicola Stigliani, sergente Maggiore montatore, nato a Potenza  il 31 maggio 1931; aveva 30 anni all’epoca.

Un massacro efferato, che suscitò indignazione in Italia, poiché fu “silenziato” dai mass media anche italiani, che diedero notizia solo dopo una settimana, e dalla assurda cautela nel dare notizie sia da parte del governo di Brazzaville, che da parte della stessa Onu e soprattutto dalle false notizie che da parte del sedicente colonnello” congolese Pakassa che con ignominia affermava che i 13 italiani della missione di pace fossero vivi. Il riconoscimento di queste innocenti vittime anche da parte italiana fu tardivo; solo nel 1994 fu riconosciuta alla loro memoria la Medaglia d’Oro al Valore Militare; solo nel 2007 i parenti delle vittime ottennero una legge sul risarcimento. 

FONTE: https://www.talentilucani.it/congo-60-anni-fa-il-massacro-di-kindu-tra-le-vittime-il-lucano-nicola-stigliani/?fbclid=IwAR1LeRo5RTXuV1PnwP2lEtF_PAXwBH_iNiUffmxmTEtt_vfAnaTRr_D2akE

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