Il Registro della Chiesa potentina, conservato nell'Archivio di Stato di Napoli, è importante per ricostruire un lungo periodo di una delle diocesi più importanti del Mezzogiorno d'Italia, che con l'accordo di Barcellona del 1529 diventerà di giuspatronato regio.
Tale Registro riguarda il lungo periodo 1201-1557 e, redatto per iniziativa del vescovo stesso, fu creato nel 1560, quando il vescovo e le tre Chiese collegiate di Potenza informarono la Regia Camera della Sommaria che urgeva fare copia dei documenti per non perderli: in realtà, il vescovo De Ninis volle avanzare tale richiesta soprattutto per evitare l'erosione dei suoi beni da parte del conte Guevara.
Sicché, dopo aver redatto un regesto dei documenti, tra gennaio e settembre 1560 fu fatta fare, da almeno cinque copisti del Capitolo cattedrale di San Gerardo, una trascrizione dei documenti che, allo stato, risultano 154 (di cui solo 22 originali): 30 riguardanti San Michele, 30 la SS. Trinità, gli altri della Cattedrale, comprendenti il Duomo e la Mensa Vescovile. Il Registro, dunque, è notevole perché aggiunge molti tasselli alla ricostruzione dell'attività dei Capitoli ricettizi cittadini, registrando 29 donazioni, 36 "scambi" con ecclesiastici e 63 con laici, 23 testamenti e 4 concessioni. Ovviamente, si tratta di una selezione operata dal vescovo e dai Capitoli, anche perché mancano quasi del tutto i documenti pubblici: il De Ninis, in effetti, creò una vera e propria riorganizzazione identitaria, facendo fare il registro a Napoli per affrancarsi dai rischi dei legami con il notabilato di Potenza e dei conflitti con i Guevara.
FONTE: F. PANARELLI (a cura di), Alle fonti della Basilicata medievale: edizioni, progetti, cantieri, Bari, Adda, 2017.
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