giovedì 18 ottobre 2018

Personaggi. 19. Raffaele Danzi

Raffaele Danzi nacque a Potenza nel 1818. Figlio di uno “speziale”, ben presto iniziò a lavorare, prima come aiuto tipografo e poi come restauratore di statue e "figurine”. A ventidue anni sposò Antonia Maria Uva, da cui ebbe tre figli.
Danzi era, innanzitutto, uno spirito ribelle, repubblicano ed anticlericale, che collaborava a fogli volanti con poesie in dialetto improntate ad una satira arguta e intelligente. Che non fosse solo un semplice poeta vernacolare lo prova il suo rapporto con intellettuali suoi conterranei, tra cui Luigi Grippo, Nicola Sole e Leopoldo Viggiani. Proprio Grippo e Viggiani, nel 1879, pubblicarono il suo libello Poesie a dengua putenzesa (Potenza, tipi Santanello, 1879; 49 pp.), nelle cui 33 poesie Danzi denunciava la miseria dei suoi concittadini.
E in dignitosa povertà il poeta potentino morì, il 2 maggio 1891, all'età di 73 anni.
Vent'anni dopo, Michele Marino, nel 1912, curò un altro libretto di sue poesie (Potenza, Tip. Garramone e Marchesiello, 1912; 49 pp.), in cui ricordava il vernacoliere:
Pregato dal Sig. Giuseppe Corrado, nipote di Raffaele Danzi, ho ordinato e corretto alcune delle poesie dialettali di lui, le quali ebbero gran voga a Potenza, tanto che non è difficile imbattersi, dopo quaranta anni, in persone che le ricordino quasi tutte a memoria. La maggior parte di esse fu raccolta nel 79 in un volumetto edito con i tipi Santanello: poche altre sono posteriori e videro la luce su foglietti volanti.
Di sentimenti conservatori, Danzi riesce più immediato non quando rievoca le vicende risorgimentali, ma, piuttosto, quando rappresenta, con accenti umili e immediati, la percezione che di esse si aveva nelle cuntane e nei sottani in cui i potentini vivevano quotidianamente vicende di miseria e difficoltà nel "campare" la giornata. Egli, in effetti, che rappresenta l'anima popolana della città capoluogo, più che poeta è un bravo verseggiatore, che, con i suoi componimenti, risulta un utile complemento alle vicende e agli usi raccontati dal contemporaneo Raffaele Riviello.

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