
Il seminario ha indagato, con un ampio e partecipato dibattito, come, nel 1799, la rivoluzione investisse anche il Mezzogiorno d’Italia e la nostra Basilicata: come scriveva Giustino Fortunato, «fu lotta di borghesia e di popolo, (…) strana guerra sociale, combattuta dalla plebe contro il “terzo stato”, in nome del re e della fede», ricca di aspirazioni, di contrasti e, se vogliamo riprendere il titolo di questa chiacchierata che ha inaugurato il percorso su Tramutola nella tarda Età moderna e nell’Età contemporanea, ricca di ambiguità, naturali in contesti profondamente segnati da varietà di interessi e di poteri locali.
Alla disfatta dell’esercito napoletano, alla fuga precipitosa del re, della famiglia regale, dei suoi ministri, dell’intera corte alla volta della Sicilia, seguirono il trionfo del generale Championnet, la proclamazione della Repubblica Napoletana, la nascita di tante piccole Municipalità che in quegli eventi avevano trovato, finalmente, una risposta avvincente alle tante aspettative alimentate nel tempo e in segreto, attraverso circoli massonico-giacobini.
Ci si è focalizzati, senza pretendere di essere esaustivi e, soprattutto, nell'obiettivo di sensibilizzare i cittadini alla riscoperta della propria identità, sul fatto che, se nella primavera del 1799 sembrava inaugurarsi la sua democratizzazione, nell’estate dello stesso anno venne confermata la ripresa delle forze della reazione. Il bilancio degli eventi portò i superstiti, quasi tutti riparati in Francia, a tirare le fila della fallimentare avventura: che la Francia si fosse servita dei rivoluzionari italiani per poi deluderne tutte le speranze di unità e di democrazia, che li avesse screditati agli occhi della popolazione facendoli complici dei propri saccheggi, e che alla fine li avesse abbandonati e in certi casi perfino venduti alla furia reazionaria era vero; ma la fallimentare esperienza era stata anche, paradossalmente, costruttiva: per i patrioti italiani non c’era altra via da battere che fuori e contro ogni ordine costituito, sia di marca austriaca che di marca francese: era una visione finalmente globale dell’Italia, l’alveo di un sentimento nazionale che non aspettava altro che essere condiviso e quindi confermato.
Questo incontro, dunque, come riconferma che Tramutola, come, del resto, molte altre comunità di Basilicata, ha uno spiccato interesse alla ricostruzione della propria storia, nel più generale contesto del Mezzogiorno moderno e contemporaneo. Si tratta, da parte degli studiosi, di prendere finalmente l'iniziativa di comunicare al di là degli steccati accademici, di rendere fruibili al grande pubblico i risultati della ricerca più seria e aggiornata e di fare, finalmente, del mestiere di storico non un titolo "feudale", ma, piuttosto, una professione civile. Insegnare la storia per risvegliare l'identità, come sottolineato da Andrea Rossi nell'introduzione e come più volte sottolineato dai relatori.
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