Intanto che l’azione sanfedista si faceva sempre più oppressiva, a Tolve venne
costituito un gruppo di armati ed allestito un Tribunale Rivoluzionario, in
accordo a quanto previsto dal Patto di
Concordia, che la Municipalità aveva sottoscritto assieme ad altri centri del
Potentino. Tale “Patto”, una vera e propria lega di autosoccorso, prevedeva,
tra l’altro, difesa reciproca dagli attacchi nemici; difesa in ogni comune
della Repubblica; diffusione delle nuove idee negli altri centri; impedire il
ricongiungimento delle truppe sanfediste di Ruffo e Sciarpa.
Fedele agli accordi presi, Albanese
doveva sorvegliare l’area bradanica con postazioni armate di difesa che fecero
deviare le truppe del cardinale Ruffo. Quando a marzo prima San Chirico poi
Matera e Grassano, erano dichiaratamente antirivoluzionarie, la situazione
divenne preoccupante. La restaurazione di San Chirico risultò possibile grazie
all’aiuto dei realisti tolvesi; gli stessi, che rafforzatisi con l’arrivo di
uomini da Grassano, si diressero verso Tolve nel tentativo di far cadere la
Municipalità del posto. La Guardia Civica, nonostante il grosso dei suoi uomini
si trovasse ancora sul Bradano, ne ebbe comunque ragione. Caduti i fratelli
Perrone, organizzatori di quell’offensiva, le forze antirivoluzionarie
cercarono di riparare alla volta di Macchia Orsini, dove furono disperse.
Nell’occasione furono catturati alcuni realisti -tra gli altri Nicola D’Auria-
in seguito giudicati dal Tribunale Rivoluzionario presieduto da don Oronzo.
Non potendo intervenire in tutta la
Provincia, i repubblicani di Basilicata concentrarono le loro forze tra Muro,
Calvello, Tolve e Palazzo San Gervasio, riconoscendo ampi poteri a Michelangelo
Vaccaro, designato dal Governo Provvisorio al comando militare della zona. Per
poter controllare quest’area, e soprattutto Potenza, occorreva riprendere San
Chirico.
Le voci che giungevano da Napoli erano
allarmanti; questa volta era il cuore stesso del sentimento democratico ad
essere in pericolo; contingenti provenienti da tutte le Province, si diressero
verso la capitale. Il sacerdote democratico di Tolve fece altrettanto, lasciati
i presidi bradanici a Diomede Alicchio, si distinse, assieme ad altri tolvesi,
nella difesa del Castello di S. Elmo.
Il 15 luglio fu catturato dai sanfedisti
e dopo un breve soggiorno a Castel dell’Olmo venne trasferito nelle carceri di
San Francesco a Matera, dove, dopo un processo dalla sentenza scontata, il 30
dicembre fu condannato alla pena capitale, all’età di 51 anni.
Dall’atto di morte, contenuto nei
Registri dell’Arcipretura di Matera –pubblicato a suo tempo da Raffaele
Riviello – si evidenzia l’atteggiamento, dagli aspetti complessi e addirittura
sfiorante l’eresia, che l’Albanese tenne:
“Anno 1799 die Mensis Decembris R.dus D.us
Orontius Albanese Sacerdos Civitatis Tulbi anno actatis suae 51 circiter in
vinculis detentus hujus Regiae Audientiae Basilicatae ob perduellionis
crimina praecedentibus mensibus admissa, tempore inique Anarchiae, in Comunione S. Matris Ecclesiae humillime
ita. ut omnibus non in certa praeberet verae contritionis signa ex Ecclesia
Iesu Flagellis traditi, vulgo dicta degli artisti ductus fuit in pubblicam patibulum extra Portam Civitatis,
praecedentibus Albis Confratribus Nobilibus Sanctae Mariae de Costantinopoli,
ac nonnullis Sacerdotibus, ubi laqueo suspensus animam Deo reddidit,
Sacrementis Poenitentiae et Eucharistiae presepe refectus, Sacramento Extremae
Unctionis in voto suscepto, ac Ind. Plen. a R:mo Archip.te D. Dominico. Antonio
Sarra prope idem patibulum munitus; (…)
Cuius Corpus circa horam 23 ejusdem dici ipsius Mortis fuit asportatum in hanc
Matr.nam Ecc.am, et humatum fuit in sepulcro Sacerdotum prope Aram S. Mariae de
Bruna”.
Condannato al patibolo, Albanese rifiutò
i sacramenti dell’eucarestia, della penitenza e dell’estrema unzione per non
identificarsi con quei religiosi che avevano, di fatto tradito le idee che
avevano segnato la sua azione civile, oltre che religiosa.
Bibliografia:
N. MONTESANO, Se non fosse per quel santo. Tolve. La storia, il prete, il patrono, Matera, Altrimedia, 2012.
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