giovedì 18 aprile 2024

Le perle lucane. 4. Maratea

 «Dal Porto di Sapri, che aperto è fama inghiottisse la celebre Velia, raccordata dal Poeta dopo Palinuro, nel golfo di Policastro, à dodeci miglia ne’ confini del Superior Principato prende nome, la Marina, e piccola, Spiaggia di Maratea, volta à Libeccio in Basilicata. È Città per privilegio, così detta per la superstition de’ Gentili alla Dea del Mare, situata nelle falde, e cime di un monte per un miglio di camin disastroso, che scherza, e sollieva con le acque perenni dell’Undavo. Ubbidisce al Monarco di Spagna, il cui Governatore, allo spesso nationale, regge i due corpi di lei separati, che chiamano Città alta, e bassa. 

Più antica è la prima, chiusa con mura per mille passi, e munita d’inespugnabili Bastioni, e vari pezzi di Artiglieria, con due Porte, esposta alla furia de’ venti, e le Case picciole di un sol Quarto, nominandosi volgarmente il Castello: si scosta per due miglia di tortuoso passeggio l’altra, e si distingue con le maniere più dolci de gli Habitanti […]. 

Promiscuo è il Territorio della parte bassa, de’ cui molini si vale; mancati quegli à vento, e seccate le Cisterne, per le quali supplisce il Fonte del Pizzarrone mezo miglio distante. […] Più si distende l’Inferiore, all’aspetto del Settentrione, cresciuta colla spopolazion del Castello, e sostituita alle fabriche disfatte, frà le quali la Chiesa picciola di San Vito, già Madrice. Si misura hoggi oltre à due miglia, con Case, e Palazzi più comodi che in qualsisia Città vicina. […] 

Quattro alte montagne concatenate, colme di Olivi, e di Mirti, ottimi per concia le pelli, fanno à lei vaga, e forte Corona. Tien dal lato Occidentale nel Mare l’oggetto, ed à fronte la Costiera di Policastro fino al Capo degl’Infreschi, rallegrando in sommo l’occhio, e la fantasia» 

(Pacichelli, Il Regno di Napoli, vol. I, pp. 288-290).

«Venuti alla sassosa marina di Maratea, un miglio verso la collina trovasi la Città posta sotto le radici d’un altissima montagna, ed all’opposto di un’altra, niente men alta; ond’è che da’ principj d’Ottobre, fino a Febbrajo affatto non v’entra il sole: Con tutto ciò ella è d’ottima aria, ed abitata da ricca industriosa gente […]. 

Questa Città è il solo luogo sul mare infero, che sia compreso, secondo la moderna divisione, nella Provincia di Basilicata […]. 

Sulla montagna, che sovrasta a Maratea è posta un’altra Terra murata, chiamata Maratea Soprana, la qual dimostra esser alquanto antica per le sue mura, che pajono di circa al decimo secolo. L’aria, che si gode da’ piani, che qui sono, è così perfetta, che non si può dir di più, e la veduta si stende fino a Capri da occidente, e all’Isola di Strongoli in Sicilia al mezzo giorno, per ogni altro lato lontanissima» 

(G. Antonini, La Lucania. Discorsi, appresso Francesco Tomberli, in Napoli 1795, I, pp. 436-437)


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