giovedì 6 aprile 2023

La Basilicata medievale. 16. Le fonti storiografiche sul periodo bizantino

La ricerca sulla storia dell'Italia meridionale in età bizantina (fine IX-XI secolo) risulta alquanto complessa, visto che mancano archivi, oltre al fatto che lo stato bizantino risultava molto concentrato sulla capitale, sicché la storiografia bizantina aveva poca attenzione per le province, trattate in modo più ampio dall'agiografia.

L'Italia meridionale bizantina, nell'ambito delle province plurilingui (in cui si parlava poco greco, a favore del latino), risulta di notevole importanza, comunque, a partire dalle storie locali, divise in due categorie.

Una prima è quella delle cronache quali quella di Lupo Protospata o gli "Annali Baresi", importanti come voci di Bari, contrapposta, come città "latina", alla Calabria e alla Terra d'Otranto, connotate dalla lingua greca. Queste cronache, che indicano i cambi degli imperatori e dei governatori, dando, altresì, a fronte di poca presenza ecclesiastica, spazio a notizie sulle lotte del patriziato barese. 


Una seconda categoria è data dalle storie propriamente dette. In primo luogo, le storie di principati longobardi come Salerno, Benevento, Capua, in cui si evidenziano, ovviamente, i rapporti conflittuali con Costantinopoli, come registrato nelle storie di Erchemperto e di Leone Ostiense, nelle quali emerge, altresì, Cassino per i possedimenti in terre bizantine. In questa categoria rientrano anche storici normanni come Amato di Montecassino, Guglielmo di Puglia e Goffredo Malaterra, utili per la ricostruzione degli ultimi anni del dominio bizantino.

La storiografia greca in senso stretto si interessa, invece, delle province quando sono oggetto di conquista o teatro di rivolte, come evidente nelle storie del cosiddetto "Teofane continuato" o in Skilitzes; un caso a parte è la cosiddetta Cronaca siculo-saracena, un testo greco sulla conquista araba della Sicilia e di parte della Calabria.

Ulteriore fonte per ricostruire le vicende dei domini meridionali bizantini è dato dai testi parastoriografici, in primo luogo dai testi di Costantino Porfirogenito come il De administrando imperio (una serie di consigli al figlio su come governare le varie province), il De thematibus (una descrizione delle province) e il De ceremoniis (che contiene anche istruzioni sui rapporti diplomatici). 

Ancora, notevole interesse rivestono i cosiddetti Taktikà, elenchi gerarchici dei funzionari che mostrano il progressivo smembramento dei themata in cui erano divisi i territori dell'Impero, oltre ai Consigli del cosiddetto Kekaumenos, un generale di stanza in Italia e che mostrano molti esempi tratti dalle province italiane; o, di nuovo, la lettera del monaco Teodosio sulla presa araba di Siracusa nell'878. 

Fonti arabe ci mostrano i rapporti tra emiri e funzionari bizantini in Sicilia e in Calabria o, ancora, la nota cronaca ebraica di una famiglia originaria di Oria testimonia la politica di conversione al cristianesimo degli ebrei da parte di Basilio II, peraltro già testimoniata da Teofane e dalla già citata Cronaca siculo-saracena.

Infine, si è già detto delle agiografie, tra cui spiccano quelle di San Nilo il Giovane di Rossano e di San Saba - quest'ultima evidenzia i legami "internazionali" della Calabria, visto che fu scritta dal patriarca di Gerusalemme.

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