Giovanni Paladino fu il massimo esponente di quella cultura medico-scientifica profondamente radicata a Potenza e stimolata, a partire dai tardi anni Sessanta del XIX secolo, dall’operato di Federico Ferdinando Gavioli che, imparentato con gli Addone, aveva aperto un Dispensario Oftalmico e, dal 1869, era stato eletto componente del Consiglio Sanitario Provinciale e Comunale. Gavioli aveva fondato un mensile, «La Lucania Medica» che, ancorché durato per soli 12 numeri, espresse notevoli interessi nel campo chirurgico ed epidemiologico, ospitando anche contributi di Michele Lacava e di medici calabresi.
Tra i suoi collaboratori anche Paladino. Egli, nato nel 1842, coetaneo di Grippo e Branca, visse da ragazzo gli eventi del 1860, che avrebbe ricordato nel 1911, da senatore, in un articolo de «Il Lucano» per il cinquantenario dell’Unità d’Italia. Di Paladino, comunque, si può ricordare il giudizio di Vincenzo Marsico nei suoi Medici Lucani: «fu il più insigne fisiologo ed istologo del tempo […]. Si deve a ragione ritenere il fondatore della Fisiologia moderna a carattere sperimentale».
Questo suo interesse può essere ricondotto, probabilmente, alla conoscenza con il medico Bonaventura Ricotti, cultore di Scienze Naturali e insegnante di Storia e Geografia nel Liceo potentino, che nel 1861 scrisse una breve memoria sull'insurrezione lucana, forse nota a Paladino, che pare riecheggiarla.
Della generazione successiva a Paladino furono i fratelli Giuseppe Ferruccio Montesano (nella foto a sinistra), nato nel 1868, assistente effettivo a Roma nell'Istituto di Igiene e di Psichiatria, rinomato psichiatra e Deputato Provinciale di Basilicata, o Vincenzo Montesano, nato nel 1874, anatomopatologo e batteriologo, nonché specialista in dermatologia.
O ancora, Giovanni Pica, nato nel 1860, medico provinciale ed autore, nel 1889, di un’inchiesta sulle condizioni igienico-sanitarie della Basilicata; proprio Pica, nel 1906, in occasione dei festeggiamenti per il centenario dell'elevazione di Potenza a capoluogo della Basilicata, scrisse, per il numero speciale del periodico "Il Lucano", un pezzo in cui affrontava la questione dell'emergenza igienica in città a seguito del sovrappopolamento postnapoleonico.
Infine, va ricordato Edoardo Salvia, classe 1858, docente, a Napoli, di Semeiotica e Diagnostica, oltre che di Pediatria chirurgica e pioniere nell'ortopedia, genero del professore Carlo Gallozzi, Rettore coreggente dell'Università di Napoli negli anni 1902-1903.
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