giovedì 1 agosto 2019

Materiali didattici. 45. Potenza a inizio Ottocento

Per quattro sentieri si giunge in questa città da’ passeggeri. Per la parte di oriente si viene da Taranto ed altri luoghi, per l’occidente si viene da Napoli e per mezzogiorno da Laurenzana e da altri luoghi, terre e città, ville e casali. Per la parte di Borea si viene da Melfi e da altre città. Ma per dovunque si giunge, per molto spazio distante questa città con quattro elevatissimi campanili ed una elevatissima torre, che a guisa di superstiti Titani par che minacciano il cielo, maestosa si vede .

Così Gerardo Picernese, a metà del Settecento, nelle sue annotazioni ed aggiunte alla Istoria seicentesca del Rendina, descriveva Potenza che, alla fine di quello stesso secolo, contava all’incirca 9.000 anime e si presentava come uno dei centri più importanti della provincia, tanto che Emanuele Viggiano nel 1805 scrisse:

Non v’ha in Basilicata città veruna grande e ragguardevole […]. Potenza è fralle poche che tutte le altre sorpassano; e se non toglie il primato a Melfi ed a Venosa, che le migliori sono, si dia in parte la colpa alla mancanza delle strade consolari […] le vince però in popolazione […] e nel numero delle case religiose .

Nella Statistica del Regno di Napoli del 1811, apprendiamo, nel terzo volume, altre notizie sull’aspetto della città d’inizio Ottocento:

Abita la più gran parte del popolo in sottani in cui vi si scende per cinque, o sei gradoni, i quali non sono comodi né salubri, non sono ventilati, mancando la più gran parte di finestre. Non sono mantenuti con nettezza tenendovi i polli, il porco e spesso l’asinello. Il focolare è in un angolo, e qualche volta con cacciafumo, vi si bruciano legni selvaggi e sarmenti. Cause dell’insalubrità dell’aria. Angustia e succidezza delle case. Strade in parte anguste e immonde. Letamai alle mura dell’abitato. Cadaveri delle bestie, che si lasciano per ogni dove insepolte. Numerose stalle, e macelli tenuti senza nettezza. […] Nel centro abitato si fa uso di acque che sgorgano in pozzi scavati a una certa profondità […] sono fabbricati chiusi senza intonaco […] l’acqua ha un cattivo odore di chiuso, il sapore è salmastro e nausaoso .

Dalle descrizioni di questi autori, si ha un’immagine abbastanza chiara su come si doveva presentare la città, che era anche sede arcivescovile, tra la fine del 700 e l’inizio dell’800. 

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