giovedì 27 aprile 2017

Bibliografie essenziali. 29. Giacomo Racioppi e il suo tempo, a cura di P. Borraro, Galatina, Congedo, 1975

CIACERI EMANUELE
Giacomo Racioppi (p.XI-XX)
CILENTO NICOLA
Giacomo Racioppi Medievista (p.3-10)
CONIGLIO GIUSEPPE
Giacomo Racioppi e la società lucana tra il XV ed il XVI secolo (p.11-50)
ALLOCATI ANTONIO
Racioppi editore di fonti storiche (p.51-70)
SCIROCCO ALFONSO
Giacomo Racioppi protagonista storico degli avvenimenti del 1860 (p.71-88)
PAZZINI ADALBERTO
Giacomo Racioppi nella scia del romanticismo scientifico del secolo XIX (p.89-98)
TARUGI GIOVANNANGIOLA
Umanesimo e archeologia in Racioppi (p.99-114)
CAPRARA STEFANIA
Giacomo Racioppi traduttore (p.115-120)
IULA CELESTE
La questione meridionale nella storiografia di Giacomo Racioppi (p.121-126)
D'ANDRIA MICHELE
Racioppi polemista: Lucania o Basilicata? (p.127-146)
POSTIGLIONE GUGLIELMO M.
Racioppi e l'agiografia di S. Laverio alla luce di nuove acquisizioni (p.147-154)
RAMAGLI NICCOLÒ
Note inedite sulle "Memorie grumentine saponariensi", del 1736, di Niccolò Ramaglia (p.155-164)
LAMACCHIA RAFFAELE
Racioppi bibliofilo (p.165-168)
GALLICCHIO EMILIO
Educatori e pedagogisti nell'Italia meridionale nel secolo di Racioppi (p.169-196)
DE FRANCESCO DOMENICO
Uno studio giovanile del Racioppi su "La Divina Commedia" (p.197-202)
COSIMATO DONATO
Giacomo Racioppi e la spedizione di Sapri (p.203-210)
NOVIELLO FRANCO
Racioppi e Giacinto Albini (p.211-220)
MURNO DANIELE
Racioppi e l'industria casearia nel moliternese (p.221-226)
RAMAGLI NICCOLÒ
Cronaca del I convegno nazionale di studi sulla storiografia lucana "Giacomo Racioppi e il suo tempo" (p.227-244)
LUCREZI BRUNO
I grandi meridionalisti (p.245-250)
BORRARO PIETRO
Lettere di Giustino Fortunato a Rocco Buccico e ad Alfredo Saraceno (p.251-258)
DI GIURA GIOVANNI
L'antico comune di Chiaromonte nel Medioevo e nel Risorgimento (p.259-264)
GAMBACORTA ANTONIO
Artisti lucani in Puglia e pugliesi in Lucania (p.265--290)
LIPISKY ANGELO
Argenterie antiche in Basilicata. La croce del conte Ruggero del 1423 nella Chiesa di San Nicola Magno in Missanello (p.291-306)
LOBSTEIN FRANZ
La Saponara e le sue nobili famiglie (p.307-324)
PAOLINI PIER PAOLO
Basilicata: centri storici o vecchi abitati? (p.325-332)
RUSCONI ANTONIO
Il culto longobardo della vipera (p.333-340)
RUSSO FRANCESCO
L'organizzazione ecclesiastica in Lucania alla fine del dominio bizantino e all'inizio di quello normanno (sec. X-XI) (p.341-352)
RUTIGLIANO CARLO
Note sul folklore e sulle consuetudini potentine (p.353-360)
SALINARDI GERARDO
Gli antichi statuti comunali di Ruoti in Basilicata (p.361-390)
SIRAGO VITO A.
Note di storiografia moderna sulla Lucania romana (p.391-396)

giovedì 13 aprile 2017

Il 1799 in Val d'Agri: Il Ruolo e le Ambiguità della Comunità Tramutolese (Tramutola, 12.4.2017)


Nell'ambito dei seminari di comunicazione culturale organizzati dalla Pro Loco di Tramutola, il 12 aprile 2017 si è tenuto, nella Sala Convegni della Biblioteca Comunale di Tramutola (Pz), un incontro dal titolo Il 1799 in Val d'Agri: Il Ruolo e le Ambiguità della Comunità Tramutolese. Pur con una pioggia battente, l'incontro ha registrato la presenza di un pubblico significativo, molto attento e partecipativo. I lavori sono stati aperti dal Saluto del sindaco Francesco Carile e, con la moderazione del dott. Andrea Rossi, componente della Pro Loco, sono intervenuti la prof. Maria Rosaria Apicella (Circolo Vincenzo Ferroni), il prof. Antonio D'Andria (Unibas-DICEM; Liceo "C. Pisacane" di Padula), Vincenzo Petrocelli (Cultore di Storia Locale), il presidente della Pro Loco Vincenzo Losasso.
Il seminario ha indagato, con un ampio e partecipato dibattito, come, nel 1799, la rivoluzione investisse anche il Mezzogiorno d’Italia e la nostra Basilicata: come scriveva Giustino Fortunato, «fu lotta di borghesia e di popolo, (…) strana guerra sociale, combattuta dalla plebe contro il “terzo stato”, in nome del re e della fede», ricca di aspirazioni, di contrasti e, se vogliamo riprendere il titolo di questa chiacchierata che ha inaugurato il percorso su Tramutola nella tarda Età moderna e nell’Età contemporanea, ricca di ambiguità, naturali in contesti profondamente segnati da varietà di interessi e di poteri locali.
Alla disfatta dell’esercito napoletano, alla fuga precipitosa del re, della famiglia regale, dei suoi ministri, dell’intera corte alla volta della Sicilia, seguirono il trionfo del generale Championnet, la proclamazione della Repubblica Napoletana, la nascita di tante piccole Municipalità che in quegli eventi avevano trovato, finalmente, una risposta avvincente alle tante aspettative alimentate nel tempo e in segreto, attraverso circoli massonico-giacobini.
Ci si è focalizzati, senza pretendere di essere esaustivi e, soprattutto, nell'obiettivo di sensibilizzare i cittadini alla riscoperta della propria identità, sul fatto che, se nella primavera del 1799 sembrava inaugurarsi la sua democratizzazione, nell’estate dello stesso anno venne confermata la ripresa delle forze della reazione. Il bilancio degli eventi portò i superstiti, quasi tutti riparati in Francia, a tirare le fila della fallimentare avventura: che la Francia si fosse servita dei rivoluzionari italiani per poi deluderne tutte le speranze di unità e di democrazia, che li avesse screditati agli occhi della popolazione facendoli complici dei propri saccheggi, e che alla fine li avesse abbandonati e in certi casi perfino venduti alla furia reazionaria era vero; ma la fallimentare esperienza era stata anche, paradossalmente, costruttiva: per i patrioti italiani non c’era altra via da battere che fuori e contro ogni ordine costituito, sia di marca austriaca che di marca francese: era una visione finalmente globale dell’Italia, l’alveo di un sentimento nazionale che non aspettava altro che essere condiviso e quindi confermato.
Questo incontro, dunque, come riconferma che Tramutola, come, del resto, molte altre comunità di Basilicata, ha uno spiccato interesse alla ricostruzione della propria storia, nel più generale contesto del Mezzogiorno moderno e contemporaneo. Si tratta, da parte degli studiosi, di prendere finalmente l'iniziativa di comunicare al di là degli steccati accademici, di rendere fruibili al grande pubblico i risultati della ricerca più seria e aggiornata e di fare, finalmente, del mestiere di storico non un titolo "feudale", ma, piuttosto, una professione civile. Insegnare la storia per risvegliare l'identità, come sottolineato da Andrea Rossi nell'introduzione e come più volte sottolineato dai relatori. 

La cultura meridionale. 6. Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi (audiolibro)

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