venerdì 16 agosto 2013

Ferdinando Petruccelli della Gattina, da Moliterno per l'Europa

Nato a Moliterno, in Basilicata, il 28 agosto 1815, Ferdinando Petruccelli aggiunse, in seguito, "della Gattina" (nome di una sua proprietà) al suo cognome al fine di evitare la polizia borbonica che lo avrebbe perseguitato per motivi politici. Il padre Luigi era un medico e membro della Carboneria, mentre sua madre Maria Antonia Piccininni era una nobildonna di Marsicovetere.
Cresciuto negli ambienti religiosi, per gli abusi ricevuti da bambino avrebbe sviluppato un forte anticlericalismo che si riflette nelle sue opere. Durante la sua giovinezza, si dedicò allo studio del latino e del greco: in seguito, frequentata l'Università di Napoli, laureandosi in medicina, scelse la via del giornalismo.
Nel 1838, iniziò la sua carriera per il giornale Omnibus e, nel 1840, viaggiò in Francia, Gran Bretagna e Germania come corrispondente per il "Salvator Rosa" e il "Raccoglitore fiorentino". A causa delle sue idee liberali, fu arrestato per la sua appartenenza Giovane Italia e inviato sotto scorta nella sua città natale.
Tornato a Napoli nel 1848, Petruccelli venne eletto deputato al parlamento napoletano e fondò "Mondo Vecchio e Mondo Nuovo", un giornale che accusava la dinastia borbonica di malgoverno in politica interna ed estera e, proprio per i frequenti attacchi sulla corona, fu soppresso dalla magistratura. Dopo la sospensione della costituzione promulgata dal re Ferdinando II pochi mesi prima, prese parte ai disordini dello stesso anno: la rivolta fallì ed egli fu costretto a fuggire in Francia, mentre il governo condannava a morte e confiscava le sue proprietà.
Durante il suo soggiorno francese, Petruccelli ampliava i suoi orizzonti politici e culturali, grazie a contatti con rinomati pensatori, frequentando i corsi alla Sorbona e al Collège de France, studiando letteratura francese e inglese e perseguendo una brillante carriera come giornalista, diventando conosciuto e apprezzato in Europa. Soprannominato, ironicamente, Pierre Oiseau de la Petite Chatte (traduzione francese del suo cognome), entrò nel mondo del giornalismo francese grazie a Jules Simon e Daniele Manin, che apprezzò l'intervento del "Mondo Vecchio e Mondo Nuovo" a favore della Repubblica di San Marco.
Petruccelli divenne corrispondente di riviste francesi e belgi, come La Presse, Journal des Débats, Revue de Paris, Courrier Français e Indépendance Belge. Nel 1851, combattè con i repubblicani francesi contro il colpo di stato di Luigi Napoleone Bonaparte (più tardi conosciuto come Napoleone III), ma, dopo il fallimento della ribellione, fu espulso dalla Francia. Si stabilì in Inghilterra, dove incontrò Giuseppe Mazzini, Louis Blanc, Lajos Kossuth e altri rifugiati e lavorò per The Daily News di Charles Dickens e altri giornali come il Daily Telegraph e Cornhill Magazine.
Nel 1859, fu corrispondente della seconda guerra di indipendenza italiana e, nel 1860, della spedizione dei Mille, a seguito di Giuseppe Garibaldi dalla Calabria fino al suo ingresso a Napoli. Con la nascita del Regno d'Italia, fu membro del Parlamento italiano, seduto sulle panche della sinistra per diversi anni, e contribuì a quotidiani italiani e riviste come L'Unione, L'Opinione, Fanfulla della Domenica, Cronaca Bizantina e Nuova Antologia.
Nel 1866, Petruccelli era corrispondente per il Journal des Débats durante la Terza Guerra d'Indipendenza italiana e, nel 1868, sposò una scrittrice inglese, Maude Paley-Baronetto, che aveva incontrato a Londra nel 1867. Nel 1870 seguiva la guerra franco-prussiana, riportando gli eventi dalle barricate parigine e, dopo la caduta della Comune di Parigi, fu espulso dalla Francia per ordine di Adolphe Thiers (contro il quale rivolse parole amare) per aver difeso i Comunardi.
Visse il resto della sua vita afflitto da una paralisi che gli impediva di scrivere, ma, con l'aiuto di sua moglie, fu, almeno in parte, in grado di continuare la sua attività. Petruccelli morì a Parigi 29 marzo 1890 e il suo cadavere fu cremato: il comune napoletano aveva proposto di portare le sue ceneri al cimitero di Poggioreale, ma la moglie rifiutò ed esse furono sepolte a Londra, rispettando la volontà di Petruccelli.

Nessun commento:

Posta un commento

Le perle lucane. 4. Maratea

 «Dal Porto di Sapri, che aperto è fama inghiottisse la celebre Velia, raccordata dal Poeta dopo Palinuro, nel golfo di Policastro, à dodeci...