Per chi analizzi gli aspetti territoriali e politici della Basilicata, risulta utile, nell’ambito di una ricostruzione puntuale, analizzare i dati dell’evoluzione demografica regionale, per aree e subaree.
La dinamica demografica è, infatti, seppure in modo indiretto, un indicatore piuttosto significativo dello sviluppo economico di un territorio in un determinato lasso di tempo. In tale ottica, risulta di notevole interesse l’analisi dei numerosi dati statistici che forniscono informazioni relative alle tendenze in atto onde evidenziare significati fenomeni di crescita o declino della popolazione anche in rapporto alle dinamiche presenti in altre aree di riferimento.
È evidente che la tendenza di un’area ad attrarre o respingere popolazione potrebbe essere legata in modo molto stretto alla vitalità economica di quel territorio. Non bisogna, però, trascurare altri fattori che potrebbero influenzare lo scenario demografico di una zona (ad esempio la costruzione di nuove infrastrutture che agevolano il collegamento di un territorio con i centri economici limitrofi).
Tenendo presente che la vivacità economica dei diversi centri e la presenza di infrastrutture che agevolano il collegamento con il capoluogo regionale sono fattori di notevole importanza nel determinare le dinamiche demografiche in atto nei singoli comuni, anche l’analisi degli indici di incremento naturale e migratorio della popolazione riveste particolare importanza per l’individuazione delle cause alla base dell’evoluzione demografica di un territorio.
Nei 150 anni dall’Unificazione nazionale, la Basilicata ha risentito fortemente di tali meccanismi di incremento e deflazione demografica, con una notevole altalenanza anche nel breve periodo. Tra i fattori più incisivi di queste fluttuazioni è l’emigrazione, vero nodo gordiano delle aree interne del Mezzogiorno e, in particolar modo, della Basilicata. In realtà, accanto ai tradizionali flussi migratori, ampiamente noti e studiati da decenni, risulta di notevole interesse l’esame della mobilità interna al Paese nell’ambito regionale. Tra il 1980 ed il 1992 i livelli di mobilità intraregionale erano diminuiti in Basilicata, come in tutte le regioni del Mezzogiorno, con una perdita migratoria piuttosto elevata, rimontante a 24.000 unità. A ciò si aggiunga la crescente capacità attrattiva della Basilicata nei confronti degli stranieri, con ben il 27% in media delle domande di ingresso tra il 2005 ed il 2007.
POPOLAZIONE DELLA BASILICATA DAL 1861 AL 2001
Censimenti Popolazione residente (in migliaia) Variazione media annua per 1.000
31 dicembre 1861 509 0
31 dicembre 1871 524 2,9
31 dicembre 1881 539 2,9
10 febbraio 1901 492 -4,8
10 giugno 1911 486 -1,1
1 dicembre 1921 492 1,2
21 aprile 1931 514 4,6
21 aprile 1936 543 11,2
4 novembre 1951 628 9,3
15 ottobre 1961 644 2,6
24 ottobre 1971 603 -6,6
25 ottobre 1981 610 1,2
20 ottobre 1991 611 0,1
21 ottobre 2001 598 -2,1
(Fonte: dati ISTAT)
È, infatti, evidente come, nel primo cinquantennio dello Stato unitario, anche la Basilicata, al pari di numerose aree interne del Mezzogiorno, risentisse dello spopolamento causato da una serie molteplice di fattori, primo tra tutti quello della crisi agraria e dell’emigrazione oltremarina, scendendo dai 509.000 abitanti del 1861 ai 486.000 del 1911, con un decremento di ben 53.000 unità.
La situazione sembra migliorare nel successivo quarantennio dal 1911 al 1951. Infatti, nonostante le due guerre mondiali, la popolazione lucana registrò un balzo in avanti di ben 142.000 unità, salvo poi regredire, al 2001, a 598.000 abitanti, nonostante la continua crescita registrabile fino agli anni Novanta.
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