A fronte della quasi assenza della microsignoria, che con lo 0,60% di fuochi di vassalli poneva la Basilicata al livello di presenza più basso fra le province del Mezzogiorno, la media signoria registrava il 43,07%, con 13.429 fuochi incardinati, e la grande signoria, con i suoi complessivi 17.558 fuochi, colpiva il 56,31% della popolazione provinciale infeudata.

Importante, poi, era la feudalità ecclesiastica, sia quella riconducibile a titoli vescovili, sia quella esercitata da ordini religiosi. Nella Basilicata della prima età moderna, infatti, erano investiti di titoli feudali i vescovi di Anglona e Tursi (barone del feudo di Anglona), di Campagna e Satriano (conte di Castellaro e Perolla), di Melfi e Rapolla (conte di Salsola e barone di Gaudiano, con rispettivi castelli e territori), il vescovo di Tricarico, barone di Armento e Montemurro.

Solo in parte ricadente in Basilicata era, ancora, il peculiare feudo ecclesiastico di Castellaro e Perolla, quasi un’enclave all’interno del più vasto feudo di Satriano, nel quale si susseguirono le signorie dei Sanseverino, dei Caracciolo di Brienza e dei principi di Stigliano fino a quando, nel 1697, fu devoluto al regio fisco ed acquistato per 37.000 ducati dai Laviano, già baroni di Salvia.
In realtà molti esponenti della feudalità ecclesiastica provenivano alle grandi famiglie feudali: alla famiglia dei Carafa era legato il nome di alcuni illustri ecclesiastici del tempo come quello di Oliviero Carafa, abate commendatario della badia di Monticchio, troviamo lo stesso legame anche per la famiglia dei Caracciolo. Questo intreccio tra potere feudale e potere religioso portò a creare nell'età moderna inestricabili reti di nepotismo e parentela
In realtà molti esponenti della feudalità ecclesiastica provenivano alle grandi famiglie feudali: alla famiglia dei Carafa era legato il nome di alcuni illustri ecclesiastici del tempo come quello di Oliviero Carafa, abate commendatario della badia di Monticchio, troviamo lo stesso legame anche per la famiglia dei Caracciolo. Questo intreccio tra potere feudale e potere religioso portò a creare nell'età moderna inestricabili reti di nepotismo e parentela
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