giovedì 18 aprile 2013

Materiali didattici. 4. Descrizione generale della provincia di Basilicata e del suo capoluogo (1736)


//1r// La Provincia di Basilicata è una delle più spaziose del Regno. Da Settentrione confina con quella parte della Capitanata che dagli Antichi fu chiamata Iapigia e Messapia ed ora dalla Città di Otranto ha preso il nome di Terra di Otranto. Si stende poi verso mezzo giorno in un lunghissimo tratto terminando nel Mar Tirreno ed in quella parte della Calabria che chiamasi Brutii. Da Levante è bagnata dal mar Ionio. Da Ponente termina con quel tratto di Puglia che dicesi Peucezia. Contiene sotto di sé molte Città, Terre, Castelli e Villaggi. Il paese è quasi tutto montuoso, contenendo spesso fiumi, e però si rende poco praticabile in tempo d’inverno; è abbondante di vini, biade e di armenti. Vi sono delle buone cacce di caprii, cervi ed altre fiere selvagge. Detta provincia viene divisa in quattro  ripartimenti denominati il primo di Tursi, il secondo di Maratea, il terzo di Tricarico e il quarto di Melfi. La Città che da il nome alla Provincia è Matera, della quale, come anche dell’altre, qui appresso se ne descrive qualche particolarità.
Questa città di Matera si gloria di essere dagli scrittori numerata tra le cospicue ed antiche Città del Regno imperocchè se questi non accordano dalla sua prima origine, convergono però in dire che fosse stata edificata dai Greci, e poi ridotta sotto il dominio degli antichi Romani; Soffri da tempo in tempo varie fortune secondo le diverse mutazioni dei dominii, or sotto l’imperadori Orientali, or sotto i Longobardi, Normanni,Aragonesi e Serenissimi Re di Spagna. Cominciò a rendersi più illustre e populata nel decimo secolo, quando unita colla Chiesa Arcivescovile d’ Acerenza e residendo sempre in essa gli Arcivescovi si accrebbe in un modo meraviglioso.
E’ situata sopra un alto colle con due valli all’intorno tutte abitate onde avviene che l’aere non sia tutto eguale, sebene si esperimenta comodo per gli abitanti per essere tem- //1v// perato. E’ circondata alla parte di mezzo giorno da Monti e Valli, mentre per quella parte si stende quasi tutta la provincia di Basilicata:quattro miglia distante vi scorre il fiume Canapro volgarmente detto il Bradano. Da Ponente vi sono numerosissimi vigneti, oliveti,e spaziose campagne seminatorie con casini.Da Settentrione vi è la pianura della Puglia, onde avviene che detta Città abondi di copiosi e buon vini, di oglio, latticini e più di tutti di grano, venendo per tal effetto denominata il granaio della Puglia.
Tiene a vista di essa sopra una collinetta un Castello di fabbrica antica, consistente in tre torrioni con picciole stanze al di dentro e di fuora con baloardi, fossate e strade sotterranee delle quali appena presentemente se ne veggono le vestiggia, essendo state disperse dal tempo.
In detta Città vi dimorò Ferdinando primo Re di Napoli per molti mesi in tempo della guerra  di Otranto con i Turchi e promulgò ivi la Prammatica prima de Blasphemantibus colla data in Civitate Matherae 21 Aprilis 1481 Regnum Nostrum anno 24 con la sottoscrizione Rex Ferdinandus.
Viene abitata da quattordecimila anime in circa,gente per lo più impiegata alla coltura della campagna e all’industria d’ogni sorta d’animali porgendole tal comodo uno spazioso territorio che possiede di quaranta miglia, e forse più di circuito
Il popolo si divide in Nobili e Plebei, vivendo i primi colle di loro industrie di campi e masserie e fra ‘ Nobili vi è la Famiglia de Malvini de’ Duchi di Candida, de’ quali molti son passati all’Abito di Malta.
L’università predetta tiene di rendite da docati sedicimila ricavando la maggior parte dalla Gabella della farina, che si paga alla Raggiore dei carlini cinque il tomolo; all’in- //2r// contro tiene di peso annui docati 2269 e grana 32 e ne corrisponde alla Regia corte docati 8513 e grana 40 a beneficio dell’Illustre marchese De Cos Balvases Patrone di Genova ed il rimanente dell’introito universale di sopra descitto,
dedottene le spese forzose, si divide fra creditori instrumentarii. Viene governata da un Sindico e sei Eletti, dovendo detto Sindico essere alternativamente un anno della Piazza de’ Nobili, e l’altro di quella del Popolo regolandosi colli loro Statuti, seu Capitoli per l’amministrazione suddetta congregandosi per tal effetto in un pubblico Sedile con cancellata adorno di mediocri lavori e statue.
Nel miglior luogo e più frequentato di detta città vi è il palazzo ove si raduna il tribunale collegiato della Regia Udienza di Basilicata colle carceri e Cammeroni, residendovi in esso un Preside, tre Uditori e l’Avvocato Fiscale che amministrano Giustizia a tutta la Provincia colla provvisione di  ducati  cinquanta il mese a detto Preside e di docati venticinque per ciascheduni di detti Ministri che si sodisfa loro dal Regio Percettore Provinciale.
Vi è la Corte Regia composta da un Governatore ed un Giudice colla provvisione al primo di docati dieci il mese,ol Tre di altri lucri certi,ed al secondo di docati sei che li Vengono attribuiti dall’Università. Vi è similmente il l’Arcivescovo D.Alfonso Mariconda della Congregazione Cassinese, il di cui Arcivescovado è unito alla Chiesa dell’Acerenza e vien composto oltre delle suddite te due Città da 24 altri luoghi che son la Terza,Ginosa, Montescaglioso, Bernalda,Pisticci, Ferrandina, Pomarico, Miglionico, Grottole, Oppido, Pietragalla, Cancellara, Vaglio, Brindisi,
Anzi, Calvello, Laurenzana Pietrapertosa, Castelmezzano, Trivigno, Tolve, Santo Chirico, Genzano e Palazzo, tenendo per suoi Suffraganei cinque Vescovi, cioè di Gravina, Venosa, Potenza, //f.2v// Tricarico e Tursi. Detto Arcivescovado sebbene intitolato del le due Diocesi di Matera ed Acerenza, tutta volta risiede con tenuamente in Matera avendo di rendite che ricava cosi da Tutti i sopraccennati luoghi, come dalle decime,strena, visita ed altro da docati quattromila incirca, essendovi bensì imposta la pensione di docati 1285 annui. Il Re  nostro signore 
ha il jus di nominare all’Arcivescovo suddetto in tempo di sede vacante in vigore di concessione fatta da Leone VII alla Maestà dell’Imperador Carlo V.
Tutto il clero fra sacerdoti ed altri chierici ascende al numero di quattrocento, dei quali la maggior parte è aggregata ad uno de quattro  capitoli che vi sono in detta città .Il primo è quello della chiesa Cattedrale dedicata alla Vergine della Visitazione di esquisita architettura gotica a tre navi; il Collegio dei Canonici e Dignità ascende al numero di trentatrè, tenendo l’Indulto Apostolico di portare le cappe e Rocchietti, oltre altri cinquantadue preti che si dicono partecipanti, tenendo di rendita annuale, che ricava  dai fitti di stabili, annue Entrate, censi ed altro, dedottine   tutti li pesi da docati incirca 3360, esigendo  altresì in ogn’anno da suoi territorii da 700 tomola di vettovaglie quali similmente si distribuiscono agli sopradetti Partecipanti, col peso di officiare quotidianamente avendo di più il Mentovado Collegio di 3 dignità, e trenta canonici alcune messe assignate e da docati nove per cadauno per distribuzio ne quotidiana o sia prebenda. Il secondo è quello della parrocchial Chiesa  di S. Pietro Caveoso celebrando in ogni giorno li divini officii a somiglianza della Cattedrale, facendo il suo Superiore, che chiama si l’Arcipèrete  con 28 partecipanti ed ha di rendita che ricavava fitti di case e vigne,censi e da docati 900 circa, oltre al tomolo di 300 di grano. Il terzo è quello di San Pietro Barisano, 4 partecipanti sono 19 ed ha di rendita da docati 830 circa che percepisce da fitti di case, annui, oltre di tomolo 30 di grano.
Il quarto detto di S. Giovanni Battista con 72 partecipanti e tiene di rendita docati 350. Vi sono sei conventi di regolari,il primo dei P.P. Francescani,che tiene la famiglia di 50 e più frati avendo di rendita che si ricava da fitti e censi di ducati 2000, oltre di altri docati 2000 circa che ricava dall’industrie di masserie di campo, pecore e vacche. 
Il secondo dei Pii domenicani ha di rendita certa ducati 7000 oltre di quella che ricava dall’industrie di vigne. Il terzo è dei p.p. Agostiniani e tiene  rendita eguale ai Domenicani. Ci sono poi li P.P. Reformati, P.P. Cappuccini ed un piccolo ospedale de p.p. di s. Giovanni di Dio.
Vi sono tre monasteri di clausura di donne: il primo di S. Lucia ed Agata con 70 monache ed ha di rendita da docati 2000 che ricava da vari stabili che possiede. 
Il secondo sotto il titolo della Santissima Annunziata contiene oltre 62 monache ed  ha di rendita da docati 2000. Il terzo di S. Chiara con 60 religiose ha di rendita docati 600 che ricava da censi e fitti. In territorio della stessa città vi è la commenda di Malta detta di S. Maria di Viggiano con la rendita di docati 1200 l’anno.

FONTE: descrizzione della provincia di basilicata fatta Per ordine di Sua Maestà, che Dio Guardi, da Don rodrigo maria gaudioso Avvocato Fiscale Proprietario della Regia Udienza di detta Provincia, in BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI, Manoscritti, xiv-ii-39, ff. 1r-3v.

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