Non si conosce la sua origine, anche se una Passio di nessun valore storico, lo fa nascere in Sicilia da padre pagano e lo vuole incarcerato sette anni perché cristiano.
L'unica notizia attendibile su di lui si trova nel Martirologio Gerominiano, da cui risulta che Vito visse in Lucania dopo essere sfuggito alla prigionia: a Sapri avrebbe compiuto tre miracoli, il primo dei quali per cui avrebbe fatto arrivare un bastimento carico di grano alla città in un periodo di grave carestia; il secondo attribuisce al Santo la purificazione delle acque dell'unico pozzo della città a seguito di un avvelenamento da parte dei saraceni; il terzo, più recente, attribuisce a San Vito di aver salvato dei minatori dall'annegamento a seguito della scoperta di una falda acquifera mentre erano intenti nella costruzione della galleria ferroviaria che avrebbe collegato il Cilento a Maratea.
In Lucania avrebbe guarito dall'epilessia il figlio dell'imperatore Diocleziano, che comunque lo avrebbe condannato al martirio, da cui sarebbe sfuggito trasportato dagli angeli. Ormai sfinito dalle torture subite, morì il 15 giugno 303, alcuni studiosi dicono a 12 anni, altri a 15 e altri a 17. Protegge i muti, i sordi e singolarmente anche i ballerini, per la somiglianza nella gestualità agli epilettici.