giovedì 16 febbraio 2017

Risorgimento lucano. 25. I drappelli insurrezionali dell'agosto 1860

Comune
Volontari
Comandante
Abriola
33
-
Accettura
22
Francesco Nota
Acerenza
21
Teodosio Lagala
Albano
19
Giuseppe Molinari
Aliano
14
Giambattista Leo
Anzi
40
Francesco Pomarici
Armento
26
Domenico Sassone
Atella
11
Pasquale Saraceno
Avigliano
160
Nicola Mancusi
Balvano
44
-
Baragiano
40
Giustiniano Venetucci
Barile
12
Pasquale Derosa
Bella
14
Lorenzo Doino
Bernalda
9
Francesco Appio
Brienza
36
Marcello Iannelli
Brindisi
11
Francesco Antonio Lamonea
Calvello
44
Pasquale Guerrieri
Calvera
-
-
Campomaggiore
9
Leonardo Chiaromonte
Cancellara
-
-
Carbone
15
Luigi Chiorazzi
Castelluccio Inferiore
18
Raffaele Imbelloni
Castelluccio Superiore
1
Francesco Peloso
Castelmezzano
5
Gerardo Garaguso
Castelsaraceno
6
-
Castronuovo Sant'Andrea
1
Giustiniano Lacava
Cersosimo
4
Dott. Smilari
Cirigliano
19
Antonio Gagliardi
Chiaromonte
16
Aquilante Persiani
Colobraro
-
-
Corleto
32
Giuseppe Domenico Lacava
Craco
16
Andrea Cammarota
Episcopia
6
Salvatore Giura
Fardella
12
Filippo Costanza
Ferrandina
37
Carmine Sivilia
Forenza
29
Archidamo Caggiano
Francavilla sul Sinni
7
Antonio Maliandi
Gallicchio
98
Giovan Battista Robilotta
Garaguso
4
-
Genzano
88
-
Gorgoglione
22
Giuseppe Bruni
Grassano
24
Paolo Schiavone
Grottole
20
Giambattista Cecere
Guardia Perticara
6
-
Latronico
5
-
Laurenzana
108
Domenico Asselta
Lauria
17
Francesco Maria Gallo
Lavello
25
Giovanni Robe
Marsiconuovo
40
Michele Masini
Marsicovetere
16
Carlo Piccininni
Maschito
18
-
Matera
60
Domenico Rodogna
Melfi
20
-
Missanello
42
Rocco De Petrocellis
Miglionico
50
Nicola Spinazzola
Moliterno
-
Luigi Latorraca
Montalbano Jonico
8
-
Montemilone
13
-
Montemurro
24
-
Montepeloso
40
Saverio Santomauro
Montescaglioso
34
Francesco Lenge
Muro Lucano
-
Pasquale Manna
Noia
7
Vincenzo Carlomagno
Bollita
24
Pietro Antonio Battifarano
Oliveto Lucano
-
-
Palazzo
42
Luigi Ciccotti
Palmira

Francesco Lancellotti
Pescopagano
-
-
Picerno
36
Tommaso Caivano
Pietragalla
35
Giuseppe De Bonis
Pietrapertosa
29
Gerardo Garaguso
Pignola

Filadelfio Bernardi
Pisticci
29
-
Pomarico
14
Camillo Rossi
Potenza
28
-
Roccanova
19
Egidio Fortunato
Rotonda
7
-
Salandra
18
Placido Spaziante
Sant'Angelo le Fratte
20
-
Sant'Arcangelo
12
Pasquale De Turris
S. Chirico Nuovo
7
-
S. Chirico Raparo
20
-
S. Costantino Albanese
26
Francesco Saverio Scutari
San Fele
-
-
S. Giorgio Lucano
12
Salvatore Rocco
S. Martino d'Agri
6
-
S. Paolo Albanese
29
Vincenzo Smilari
Sanseverino Lucano
23
Gennaro Jannarelli
Saponara
29
-
Sarconi
6
Luigi Cioffi
Satriano
9
Camillo Romano
Salvia
11
Zaccaria Taglianetti
Senise
57
Aquilante Persiani
Spinoso
21
Pietro Bonari
Stigliano
59
Giambattista Maglietta
Terranova
8
Francesco Antonio Rusciano
Tito
29
Ulisse Caldani
Tolve
50
Rocco Flora
Tramutola
39
Antonio Giorgio Marrano
Pasquale Giorgio Marrano
Tricarico
64
Francesco Paolo Lavecchia
Vaglio
10
-
totale
2406

FONTE: Rielaborazione da M. LACAVA, Cronistoria documentata della rivoluzione in Basilicata e delle cospirazioni che la precedettero, Napoli, Morano, 1895, pp. 453 ss.

sabato 11 febbraio 2017

Personaggi. 18. Don Gerardo Messina

Il sacerdote don Gerardo Messina, giornalista e studioso di storia, nonché a lungo collaboratore di testate nazionali, è scomparso il giorno 11 febbraio 2017, a Potenza all’età di 84 anni. Nato a Potenza il 23 aprile 1932, don Gerardo era stato ordinato sacerdote il 15 agosto 1955, distinguendosi nella sua attività di cancelliere e archivista della curia, mentre dal 1992 era stato direttore dell’archivio storico diocesano, che aveva riordinato con grande perizia, avvalendosi dell'aiuto di giovani studiosi, che aiutava nelle loro ricerche con attenzione, cortesia e professionalità. Dal 1995 al 2000 fu promotore di giustizia nel tribunale diocesano per la causa di canonizzazione di monsignor Augusto Bertazzoni, per decenni arcivescovo di Potenza, con il quale aveva collaborato.
Pubblicista dal 1979, don Gerardo collaborò con la Rai, L’Osservatore Romano, Avvenire, La Gazzetta del Mezzogiorno, Cronache Lucane e alcune riviste specializzate, come la "Rassegna Storica Lucana" e il "Bollettino Storico della Basilicata": tra l'altro, della Deputazione Lucana di Storia Patria fu anche componente, così come fece parte dell'importante comitato scientifico per le celebrazioni del Bicentenario di Potenza Capoluogo.
Non voglio ricordare qui le molteplici attività di don Gerardo, che ho avuto modo di conoscere e frequentare nella mia attività di dottorando e ricercatore precario, quanto piuttosto rendere omaggio a una figura di sacerdote e studioso di grande attenzione e sensibilità. Don Gerardo sposava la sua grande preparazione archivistica ad una profonda convinzione: quella che i giovani studiosi vadano sempre e comunque aiutati, incoraggiandoli nella loro passione per la ricerca e la ricostruzione della storia della Basilicata e delle sue comunità. E in ciò metteva a disposizione consigli, spesso guidando personalmente le ricerche nell'archivio diocesano che aveva magistralmente riordinato, rendendolo fruibile con criteri moderni.
Ho personalmente collaborato con lui come componente il Comitato di Redazione dei due volumi su Potenza Capoluogo, quando, in un immane lavoro di correzione di bozze ed editing, don Gerardo si mostrava prodigo di consigli e di testi, di informazioni bibliografiche e documentarie che pochi, a tutt'oggi, sanno padroneggiare come lui. Ne ricordo il sorriso e la gentilezza, la grande preparazione e l'incoraggiamento che mi dava nel dedicarmi, al di là della carriera, alla mia passione di studioso di storico.
Con lui se ne va forse l'ultimo degli studiosi che hanno svelato l'identità della comunità potentina e lucana con passione ed orgoglio, in modo sommesso e costante, senza gloriarsi del proprio essere "Storici", ma mirando a divulgare e far conoscere la storia della nostra regione. 
Arrivederci, caro don Gerardo.

giovedì 9 febbraio 2017

Paesi lucani. 39. Il Pollino all'inizio dell'Ottocento

La strada fuori Rotonda è bellissima, e tutto vi è coltivato come non si può meglio. La quantità di acqua che scende da vicini monti è col più grande accorgimento impiegata nelle irrigazioni; nè vi è parte di quell'esteso territorio, che l'industria degli abitanti non abbia reso irrigabile. […] Lungo la strada incontriamo a sinistra un edifizio considerevole, che ci si è detto essere un Ospedale di proietti, col titolo di S. Maria della Consolazione. […] Avanzando la strada verso le falde del monte, dopo bel tratto di cammino arriviamo al luogo detto il Tempone, che corrisponder potrebbe alla Serra di Mauro nella Carta del regno. […] 
Il piano che qui tutti chiamano di Ruggia, nella carta del regno può corrispondere al luogo detto La Cupia, e che altri chiamano Rabbia. Al nord dello stesso piano, sulla citata carta è notato un monte col nome di Grattaculo, ma noi per quanto ne abbiamo richiesti le guide ed i pastori niuno ha saputo darcene contezza. […] 
Dopo 3 ore di cammino, ci siam trovati nel centro di nera foresta, ove difficilmente umane orme s'imprimono. I faggi e gli abeti di mole piucchè colossale, si stringono per modo da non permettere l'adito che a qualche debole ed interrotto raggio di luce. Molli di questi grandi alberi, dalla violenza de" turbini schiantali, a barricarci la strada si frappongono. A volerne giudicare a colpo d' occhio, sembraci esservene di fino a i3o palmi di altezza, su di un diametro di circa tre piedi. […] 
Quì tutto è abbandonato alla, natura, e solo di volta in volta sogliono i pastori impiegar qualche faggio per costruirne le loro capanne. Anche da Rotonda, una volta l'anno, gran parte della po-polazione qui recasi per abbattere e trasportarsi uno de' più grossi abeti destinato a servir di majo in una delle loro pubbliche feste. Le nostre guide ci han detto puranco, che più di una vol-ta si avrebbe voluto trar partito di quelle foreste; ma che la difficoltà de' trasporti ne ha fatto abbandonare il pensiero. Generalmente crediamo che il nostro paese sia povero di boschi, per-ché sogliamo giudicarne da quelli che vediamo a portata de' luoghi accessibili, ma se vorremmo darci la pena di seguire il pedestre cammino de' pastori fin nell' interno de' nostri sterminati monti, oh come ci sarebbe facile disingannarci!
Alle 5 pomeridiane siamo fuori della foresta nel luogo chiamato fiaccamo, e presso a sboccare sulla tempo, del Pollino. Questo luogo è frequentato da greggi di capre e di pecore, che più facilmente si accomodano de' meno pingui pascoli di questa boscosa regione. Un rigagnolo di freddissima acqua, opportuno ci si offre nel più basso fondo della valle, onde apprestate!grato rinfresco, dopo il disagiatissimo cammino percorso. Nella carta del Regno questo luogo è segnato col nome di Conocchìella, ed il rigagnolo che vi è dappresso scorgesi immettere nel torrente detto Frido, che si scarica nel Sirino. La corona de' monti che questa valle circoscrivono, si compone, al sud, di una delle più alte cime del Pollino, detta Pollinello, su cui in varie undulazioni tuttora si spandono larghe fasce di neve; all' ovest, di un monte boscoso, detto la serra del Prete, ed al sud-est, di un altra più elevata punta del Pollino, detta di Dolce Dorme.

FONTE: L. PETAGNA-G. TERRONE-M. TENORE, Viaggio in alcuni luoghi della Basilicata e della Calabria citeriore, Napoli, nella Tipografia Francese, 1827, pp. 44-50 (con tagli).


La cultura meridionale. 6. Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi (audiolibro)

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