La passione per la ricerca, per la rilettura e l’analisi delle proprie radici, è un tema che negli ultimi anni ho coltivato con ardore, amore e impegno costante. Tutto ciò per fare onore alla mia terra, la Basilicata, ormai definitivamente sottratta allo stereotipo di territorio chiuso e immobile.
Infatti, nell’ambito del più generale contesto storiografico inerente il complesso sistema delle realtà locali del Mezzogiorno d’Italia in età moderna, di particolare interesse risulta lo studio delle piccole e medie città del Regno di Napoli nella loro variegata realtà istituzionale-amministrativa ed economico-sociale.
Si trattò, in effetti, di realtà diversificate, vitali, spesso molto dinamiche rispetto anche al contesto provinciale, profondamente legate al loro contesto territoriale e con un rapporto spesso conflittuale con i rappresentanti del potere centrale, con fasi in genere altalenanti.
Si tratta forse di microstoria? Mi risulta difficile dirlo... Quella nota con questo nome fu una pratica storiografica nata in Italia a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta del XX secolo: un termine dalle numerose precedenti utilizzazioni lessicali, che diviene etichetta del lavoro teorico e metodologico, nonché della prassi di ricerca di un gruppo di storici attivi in quegli anni soprattutto nelle università di Torino, Genova, Bologna, e in diversi laboratori di ricerca più o meno formalizzati. La rivista Quaderni storici, edita dal Mulino (in particolare le annate tra il ’76 e l’83 e, successivamente, in maniera meno militante), e la collana di Einaudi Microstorie, curata da Simona Cerutti, Carlo Ginzburg, Giovanni Levi, hanno ospitato il dibattito, la ricerca e le traduzioni di lavori che questo gruppo tutto sommato eterogeneo di storici giudicava significativi per la costruzione di quello che si sarebbe configurato, al di là delle loro intenzioni, come un nuovo paradigma storiografico, e che sarebbe divenuto negli ultimi anni uno dei luoghi più significativi del dibattito epistemologico tra gli storici.
In questo caso, proponendomi di fare onore al Mezzogiorno d'Italia e a questa mia terra dolceamara, sempre, comunque, amata, proporrò materiali e brani utili a capire e interessare chi ne voglia sapere di più su quella che solo in apparenza è una storia “minore”. Verranno pubblicati post, a cadenza regolare, divisi per sezioni e tematiche, con l'apporto di giovani studiosi e appassionati di storia, che invitiamo a collaborare per implementare e condividere conoscenze.
Spero, dunque, che questa raccolta di materiali e note possa costituire un’utile premessa per più approfondite indagini sul territorio, sfruttando fonti edite ed inedite ampiamente disponibili in regione e in rete.
Antonio D'Andria
Direttore