In varie note pubblicate su basilicatanet.it, il presidente della Deputazione Lucana di Storia Patria, Antonio Lerra, interviene sull’apporto del Mezzogiorno e della Basilicata all’Unità di Italia.
“Sono in atto da qualche tempo anche in Basilicata disinvolte operazioni pseudo- culturali di chiara ‘marca neoborbonica’, in genere espressione di vera e propria ‘ignoranza’ della Storia e, in particolare, del processo di costruzione dell’Unità d’Italia. Al quale – è proprio il caso di ricordarlo - la Basilicata partecipò attivamente e in prima fila lungo i vari snodi del Risorgimento (1799, 1820-21, 1848-49, 1860-61), come peraltro ampiamente evidenziato nel corso delle tante iniziative scientifico-culturali svoltesi nell’ambito delle celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia”.
“Sarebbe opportuno – prosegue Lerra - almeno ricordare a chi pensa di potersi disinvoltamente rapportare alla Storia che nel capoluogo della Basilicata, Potenza, Città medaglia d’oro del Risorgimento, l’Unità d’Italia fu proclamata prima ancora che Garibaldi giungesse dalla Sicilia in Calabria. La Storia è una Scienza e, dunque, richiede specifiche, rigorose, competenze e professionalità. Delle quali dovrebbero, intanto, tener conto, tanto più in questa fase, le rappresentanze istituzionali, ai vari livelli. Leggiamo, infatti, con profondo stupore della ‘disinvolta approvazione’, addirittura da parte del Consiglio regionale della Basilicata, il 7 marzo scorso, di una mozione di ‘chiaro indirizzo neoborbonico e di indiretto profilo antiunitario’ presentata dal M5S in tutti i Consigli Regionali del Mezzogiorno d’Italia, in questi giorni notoriamente al centro di ampie discussioni in campo politico-istituzionale e culturale, con diffuse “prese di distanza” da “simili operazioni.
L’Unità d’Italia è un ‘prezioso bene comune’, da salvaguardare ed, anzi, valorizzare, tanto più – sottolinea il professor Lerra - da parte di realtà regionali dal profilo storico quale quello della Basilicata, peraltro sempre più intensamente impegnata in questa fase verso il concreto esercizio del ruolo di baricentro culturale europeo per il 2019. In rapporto a tutto ciò, la Deputazione Lucana di Storia Patria, che, tra l’altro, auspica una sollecita riconsiderazione della mozione approvata dal Consiglio Regionale della Basilicata, avvierà, nell’ambito delle tante attività ed iniziative scientifico-culturali in atto, uno specifico ciclo di informazione-aggiornamento dal titolo Incontri con la Storia: la Basilicata per l’Unità d’Italia. In tale direzione consigliando, intanto, almeno la lettura (per chi non ne abbia avuto ancora la possibilità) del volume La Basilicata per l’Unità d’Italia (Milano, Guerini e Associati, 2014), che raccoglie – conclude Lerra - gli Atti del rilevante Convegno scientifico nazionale svoltosi a Potenza nel 2011 (Aula Magna dell’Università degli studi), che rigorosamente ricostruisce ed analizza le peculiari modalità di approdo del Mezzogiorno d’Italia e, in tale ambito, della Basilicata nello Stato Unitario”.
“Alle sottolineature del Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata, Franco Mollica, sulla «poco discussa e poco meditata» approvazione dell’ormai ben nota mozione di «chiaro indirizzo neoborbonico e di profilo antiunitario» approvata dal Consiglio Regionale il 7 marzo, si è aggiunta la recente dichiarazione del Consigliere Regionale Vito Santarsiero che, definendo tale approvazione come “sbaglio”, ha annunciato altra mozione “tesa ad annullare – ha scritto - quanto infelicemente approvato lo scorso 7 marzo”.
Riteniamo siano da considerare importanti questi primi segnali istituzionali di “prese di distanza” da vistose e superficiali “operazioni pseudoculturali” ed “antistoriche”, che, tra l’altro, finiscono per alimentare disinvolte strategie di “scardinamento” di uno dei connotati portanti del profilo storico del Mezzogiorno d’Italia e della Basilicata, quale, appunto, è stato il loro diretto ed attivo apporto di prima fila, sul terreno della cultura e della pratica politica, al lungo e difficile percorso di “costruzione” dell’Italia unita, dal 1799 al 1860-61.
E l’Unità d’Italia – è bene ribadirlo – rappresentò lungo il percorso risorgimentale un obiettivo largamente e direttamente voluto da Sud, in particolare dalla Basilicata, nel cui capoluogo Potenza l’Unità d’Italia fu proclamata addirittura prima che lo stesso Garibaldi ed i garibaldini mettessero piede nel Mezzogiorno continentale, come peraltro attestato dal significativo riconoscimento della medaglia d’oro per il Risorgimento alla città di Potenza.
Tutto quanto successivo all’Unità d’Italia – dovrebbe essere noto - è da ricondurre alle politiche parlamentari e governative via via attuatesi nel corso del nuovo Stato unitario, espressione istituzionale di rappresentanze d’ambito nazionale e, dunque, anche da Sud.
E’, per ciò, ancora più significativo che proprio dal Consiglio Regionale della Basilicata venga ora una accurata riconsiderazione della mozione di stampo “borbonista”, fatta strumentalmente approdare nei mesi scorsi nei Consigli Regionali meridionali, mozione che - come è stato evidenziato dal Coordinamento Nazionale delle Società Storiche - si basa, tra l’altro, «su una lettura del momento dell’unificazione nazionale in termini di conquista piemontese delle regioni meridionali, di rapina delle loro ricchezze e di distruzione dei presunti primati borbonici», finendo per riproporre, nell’alveo della letteratura “borbonista”, una «visione dicotomica del Risorgimento, aproblematica e semplificatoria, di “buoni” contro “cattivi”, vittime contro carnefici».
La Deputazione Lucana di Storia Patria, in piena adesione al documento del Coordinamento Nazionale delle Società Storiche (Giunta Centrale per gli Studi Storici, SISSCO, SISEM, CUSGR, SIS, SIMED, SISI…), auspica vivamente che dal Consiglio Regionale della Basilicata possa venire una sollecita “riconsiderazione” della citata mozione “antistorica e borbonista”, insieme con un chiaro e forte messaggio di rigoroso ancoraggio alle Scienze storiche, ancor più importante in una fase ed in un contesto, quale quello di Basilicata, in cammino verso l’esercizio della funzione di baricentro culturale europeo per il 2019".
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