Il più antico documento su Laverio è una passio scritta nel 1162 da Roberto da Romana, diacono di Saponara, personaggio sconosciuto (Chevalier, Répertoire, II, col. 4005). Il racconto comprende tre parti: una breve introduzione, la narrazione prolissa delle pene subite dal martire, le vicende delle sue reliquie.
Per lo studioso Giacomo Racioppi, la parte riservata alle reliquie è stata composta nel XV o nel XVI secolo. Secondo questa passio leggendaria, fantasiosa e di nessun valore storico, Laverio fu decapitato sotto l'imperatore Costantino dopo aver sofferto numerosi supplizi, a Grumentum, presso la confluenza dei due fiumi Agri e Sagra.
Dopo la morte, i resti del martire lucano vennero sepolti dai cristiani nel luogo stesso del martirio, dove ora sorge una chiesa a lui dedicata, nei pressi dell'attuale comune di Grumento Nova (Pz).
Fu canonizzato da papa Damaso nel 313. Le sue reliquie, dopo la caduta della città e della diocesi di Grumentum, andarono divise tra le varie comunità cristiane lucane.
Una parte di esse dopo la distruzione dell'antica città di Satrianum arrivò a Tito (Pz), che lo venera come santo patrono. Viene, altresì, venerato anche ad Acerenza e Grumento Nova.
Nessun commento:
Posta un commento