martedì 16 luglio 2013

Paesi lucani. 8. Montalbano: la chiesa di Santa Maria dell'Episcopio (Caterina Bevilacqua)

La pianta della Chiesa è a croce; ha tre navate, quattro cappelle,ed elementi decorativi di stile barocco. All’origine la Chiesa Madre aveva una sola navata; nel 1534 furono aggiunte altre due navate. In quest’ultime sono state create quattro cappelle, la cappella principale è quella dedicata a San Maurizio; opera composita di architettura, scultura, pittura ed intaglio, con splendida pala lignea di scuola napoletana e con decorazioni barocche. La storia narra che Maurizio era a capo di una legione Tebea e dopo una missione svolta a Gerusalemme, lui e tutta la legione si convertirono al cristianesimo. Quando successivamente gli venne ordinato dall’imperatore Massimiano di sopprimere una rivolta fomentata da un gruppo di Galli nella contrada Bagaudi, svolgendo prima un sacrificio pagano, Maurizio e i suoi soldati si rifiutarono e vennero giustiziati. Così come martire militare, S. Maurizio fu beatificato nell’XI secolo, diventando esempio e patrono del guerriero cristiano alle crociate e dei più antichi ordini cavallereschi. Secoli dopo, ai primi del 1600, alcuni montalbanesi aiutarono marinai egiziani e in cambio ricevettero una scultura e le reliquie di S. Maurizio. Durante il trasporto delle reliquie in paese, sembra che il santo esaudì la richiesta di far dono della pioggia per porre fine ad un lungo periodo di siccità. Così i montalbanesi proclamarono patrono del paese S. Maurizio al posto di S. Giovanni Battista. E’ nota infatti, in tempo di siccità, la processione di S. Maurizio alla cosiddetta quercia, luogo posto a circa due chilometri dall’abitato, dove il popolo portava la statua del santo da epoca immemorabile, sperando così di ottenere la desiderata pioggia. 

In fondo alle navate laterali sono state realizzate la Cappella del Santissimo e la Cappella del Sacro Cuore.
Nel transetto, alla sinistra della porta principale, venne realizzata la Cappella del Crocifisso. Qui vennero sepolti tre vescovi di Tricarico: Antonio De Capriuli, Roberto De Robertis e Gaspare Toralto, morirono a Montalbano rispettivamente nel 1585, nel 1624 e nel 1680.
Sui sepolcri dei tre vescovi furono posti i loro stemmi in stucco.

Nella Chiesa Madre c’è anche un altro stemma e questo apparteneva all’ordine maltese. Infatti Prospero Rondinelli, nel suo libro, scrisse che l’altare in alto era ornato dallo stemma dell’ordine maltese contenente quelli di famiglia e del vescovo Mansi; ma oggi questo stemma è stato spostato sopra una nicchia che contiene la statua di S. Giuseppe con il Bambino in braccio, situata a destra della porta principale della Chiesa.
Ci sono anche una scultura lignea di S. Nicola della seconda metà del XVII secolo; l’organo a canne settecentesco restaurato di recente così come è stata restaurata anche la cupola del 1400.

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