giovedì 29 luglio 2021

Il Mezzogiorno moderno. 17b. I giornali in Basilicata tra 1840 e 1860


Solo negli anni Quaranta apparvero i primi giornali politici, che ebbero vita fino a quando Ferdinando II non costrinse al silenzio, nei dieci anni successivi, ogni voce che non abbracciasse il costituzionalismo conservatore o al più moderato. In tale alveo si situa l’esperienza del «Circolo Costituzionale Lucano» , organo del Circolo Costituzionale Lucano, ispirato dall’avvocato liberale Vincenzo d’Errico, costituito in difesa della Costituzione borbonica. Il primo fascicolo è composto da 6 pagine, il secondo da 4 e il terzo da 6. 
I tre fascicoli recano la numerazione progressiva delle pagine, con un salto di due pagine fra il primo e il secondo senza apparente mancanza di testo. Inoltre sono allegati i seguenti documenti: il verbale della riunione del 10 giugno 1848 contenente la Dichiarazione di principi del Circolo; la comunicazione della commissione di pubblica sicurezza datata 18 maggio 1848; il Memorandum delle provincie confederate di Basilicata, Terra d’Otranto, Bari, Capitanata e Molise, datato 25 giugno 1848; il proclama «A tutti i cittadini» datato 28 giugno 1848; il ringraziamento dell'avvocato e poeta Nicola Sole ai cittadini lucani, titolato «Merito e gratitudine»; una comunicazione dell'avvocato di Missanello Nicola Alianelli «Ai miei concittadini», datata 8 febbraio 1849.
La produzione giornalistica lucana, durante gli ultimi anni di vita del governo borbonico fu, di fatto, inesistente – nonostante la libertà di stampa fosse nuovamente concessa – a causa dell’inerzia della borghesia intellettuale lucana. Tuttavia, testimoniata dai documenti, oltre che dai riflessi e dalle incidenze, importante fu la compartecipazione dei singoli e di gruppi organizzati al progetto politico che faceva capo alla capitale, abbracciandolo e adattandolo alle realtà delle province, ma mantenendo a guida l’ideale repubblicano.
Ben evidenziata risulta la sostanziale continuità di tenuta dell’esercizio di posizioni e ruoli di potere sul territorio e gli inevitabili particolarismi istituzionali e sociali spesso interni agli stessi agenti politici. Evidenti le attese che accompagnarono il 1799 prima e il 1848-49 poi, e le conseguenti delusioni e disillusioni per un progetto non portato a compimento.

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