Figlio dei nobili Giovanni e Tedibia, secondo la sua agiografia, Luca, nato a Demenna (Castrogiovanni) fu educato nella fede e nella scienza divina. Appena giunse alla giusta età, i genitori lo sollecitavano spesso al matrimonio, ma egli non volle ascoltarli desiderando dedicarsi a Dio. Lasciata Demenna, si recò al Monastero dei monaci basiliani di San Filippo Siriaco di Agira.
Divenuto sacerdote di trasferì in Calabria e in Lucania, prima presso sant'Elia Speleota e in seguito (a causa delle scorrerie saracene che rendevano insicura la zona aspromontana) nella zona del Mercurion, ove fondò il monastero basiliano di Carbone.
Lo spostamento di Luca ad Armento è invece facilmente databile, poiché dovuto alla discesa delle truppe ottoniane in Italia meridionale nel 968-969. L'episodio curioso della battaglia dei monaci ad Armento contro i Saraceni - naturalmente non attestato in altre fonti e, se non meramente agiografico, da ridimensionare comunque al livello di una scaramuccia - coincise verosimilmente con il periodo più intenso delle incursioni arabe nella regione, dopo la disfatta del generale bizantino Manuele Foca in Sicilia (caduta dell'ultima roccaforte bizantina, Rometta, nel 964) e culminante con la spedizione dell'emiro Abū l-Qāsim del 976: dovrebbe essere un episodio degli anni 970-980, perché le infermità attribuite a Luca verso la fine della sua vita escluderebbero simili imprese, come suggerito da Caruso (2003). Certi tratti della Vita permettono di dare a questa alternanza di fuga e di resistenza verso l'aggressore musulmano, dalla Sicilia alla Calabria centrale, alla Lucania, una vera dimensione sociale. Colpisce l'ampiezza dell'emigrazione, intere famiglie come quella di Luca, polarizzata dai grandi centri religiosi del continente, emigrazione che lascia supporre una parziale ricostituzione delle reti di solidarietà e delle strutture sociali da parte degli emigrati nel loro nuovo ambiente continentale.
Infine giunse nell'antico Cenobio di San Giuliano nei pressi di Armento dove fu eletto abate. Prestò la sua opera di carità ai soldati feriti nel conflitto tra i Saraceni e i tedeschi di Ottone II; fortificò il castello di Armento e la chiesa della Madre di Dio, lasciandone la custodia ai propri discepoli. Di qui ebbe origine intorno al 971 il celebre monastero dei SS. Elia ed Anastasio di Carbone, che divenne il quartiere generale di Luca sia come baluardo fortificato contro le incursioni dei Saraceni, sia come palestra dei molti miracoli che egli vi operò. Luca morì, assistito da s. Saba di Collesano, il 5 febbraio 995 e il suo corpo è sepolto nella Chiesa Madre di Armento, a lui dedicata.
FONTE: Vita s. Lucae abbatis Armenti, in Vitae sanctorum Siculorum, a cura di O. Gaetani, Panormi 1657, II, pp. 96-99.
L'agiografia militante non identifica Demenna con Castrogiovanni ma con San Marco d'Alunzio
RispondiEliminaKislinger sostiene che Demenna è il nome assunto da San Marco d’Alunzio a
seguito di un importante incremento demografico ad opera di una popolazione greca.