Istituito in età aragonese come organo giurisdizionale sovraordinato a qualunque altro, il Sacro Regio Consiglio, proprio in virtù della sua origine, godeva di una preminenza pari a quella del sovrano e le sue decisiones, che consistevano in immensi repertori della giurisprudenza raccolti e commentati dagli stessi magistrati, si ponevano, perciò, come interpretazione autentica del diritto. L’appellativo di “Sacro” derivava, infatti, dall’essere tradizionalmente il luogo dove il re in persona amministrava la giustizia, sedendo in aula e ascoltando l’esposizione delle cause, sulle quali poi pronunciava una sentenza definitiva. Quando il principe delegò stabilmente ai suoi consiglieri la potestà giurisdizionale, questo divenne l’unico tribunale che giudicava in suo nome. Per questo motivo perdurò la prassi d’intestare le suppliche, che introducevano i processi, Sacre Regiae Maiestati, anche se il sovrano non presenziava da secoli al Consiglio. Quella presenza ideale conferiva una particolare solennità alla lettura delle istanze davanti al presidente, che in quel momento impersonava il re e, quindi, era superiore alle convenzioni formali. La cerimonia non poteva essere interrotta per nessun motivo, al punto da dar luogo a conflitti con alcuni rappresentanti della nobiltà, offesi per l’indifferenza ricevuta, in tali occasioni, al loro ingresso in Consiglio.
Di fatto il Sacro Consiglio si caratterizzò come un organo eminentemente tecnico, in cui la funzione giudiziaria veniva esercitata da giuristi assurti ai massimi livelli di professionalità. La definizione formale dell’avvenuto cambiamento si ebbe con un provvedimento del viceré don Pedro de Toledo che nel 1533, recependo la prammatica XLI de officio Sacri Regij Consiliarij, aumentava ad otto i Doctores che componevano il tribunale, suddividendoli in due Aulae.
Veniva sancita formalmente la compressione dei poteri del presidente, la cui funzione più rilevante rimaneva quella di distribuire le cause tra le due ruote, affinché avessero lo stesso carico di lavoro da smaltire in pari tempo. Il ruolo, politico e giudiziario, del presidente del Sacro Consiglio era stato ridimensionato perché non facesse ombra alla praestantia, sempre in ascesa, dei reggenti del Collaterale. Nel complesso si può dire che il Sacro Consiglio, espurgato da valenze politiche, fu specializzato come supremo organo giurisdizionale.
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