giovedì 13 febbraio 2014

La Basilicata moderna. 11. La Basilicata nel XVII secolo

Una parte de’ luoghi di Montagna, già detta Lucania, già detta Lucania, et un’altra di Puglia, fu-rono anticamente sotto un sol nome chiamate Basilicata, donde detto nome traesse no(n) si sa per certo: ma stimano alcuni come che no(n) l’habbiano da troppo buoni autori, che fu questa Regione da uno Imperadore di Costantinopoli data ad una sua figliuola in dote. […] È questa Regione la maggior parte montuosa, ma però molto fertile d’ogni sorte di biade, e produce buonissimi vini, peroche crescono le viti in ampissima grandezza, il che aviene per l’amenità dell’aere, e del terreno doue sono piantate, e per lo più si congiungono agli Oppi, e quegli abbracciando si distendono per tutti i rami loro, e nel tempo della vendemia più volte s’è veduto una sola d’esse fare una botte di mosto. Produce eziandio questo bel paese in abondanza grano, oglio, mele, cera, anesi, coriandoli, zafferano, e bombace, delle quali cose gran semente abonda la terra di Tursi detta anticamente Tarsia. Fioriscono in questa eccellente Regione per l’amenità dell’aere due volte l’anno gli alberi, e le rose, doue per tutto si vede abondanza grande di diuersi saporiti, e dolci frutti. […] È non meno ricca d’armenti, e di porci, perloche fanno gli huomini del paese gra(n)dissima quantità di salciccie, e sopressate molto eccellenti, e buone, che i Latini Lucanice chiamano, perche da Lucani furono inue(n)tate.

FONTE: S. MAZZELLA, Descrittione del Regno di Napoli, in Napoli, ad istanza di Gio. Battista Cappello, MDCI, pp. 121-122.

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