La provincia di Basilicata é quasi tutta dentro di terra, fralla Calabria, Terra di Otranto, e di Bari, ed ha solamente verso l'oriente nel Golfo di Taranto, dove finisce la Calabria, un piccolo spazio di mare. Abitarono già in essa Greci e Lucani. Abbonda di grano, di bestiame grosso, e di formaggi.
I paesani vivono e vestono grossamente; sono più inclinati all’agricoltura e ad altri servigi personali, che al maneggiar l'armi; e non potendo per mare cavar fuori della provincia tutto il loro frumento, insieme cogli uomini di Principato lo portano a schiena di mulo a’ popoli vicini che ne hanno bisogno, e conducono anco in Terra di Bari di molte some di galle che di là si navigano a Venezia per tingere i panni.
Questa provincia per esser dentro di terra è senza gran città e senza uomini guerrieri. I Re di Napoli non pensarono mai di farci delle fortezze; sì che sarebbe preda di qualunque esercito che fosse padrone della Campagna.
Corrono per essa il fiume Vasento sino [...]
È numerata dalla Regia Corte in fuochi 38743.
II Re vi possiede due piccole terre di Demanio, Lagonegro e Tramutole.
Vi ha fanti del Battaglione 1537.
I Vescovati sono Potenza, Venosa, Anglona, Tricarico, Montepeloso, Muro, Melfi, Marsico. A nominazione del Re è Potenza.
I Baroni titolati di questa provincia sono il Principe di Melfi, il Principe di Stigliano, il Principe di Venosa, il Marchese di Lavello, il Marchese di Riolo, il Marchese di Turso, il Conte di Potenza, il Conte di Saponara.
Il Governatore di Basilicata é l’istesso di Principato Citra .
FONTE: C. PORZIO, Relazione del Regno di Napoli al Marchese di Mondesciar Viceré di Napoli, in L’Istoria d’Italia nell’anno MDXLVII e la descrizione del Regno di Napoli di Camillo Porzio, in Napoli, dalla Stamperia Tramater, 1839, pp. 149-150.
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