giovedì 21 novembre 2019

Storie locali. 3. Terra di Bari

La produzione storiografica di Terra di Bari fu connotata da una notevole presenza, pressoché schiacciante, di storiografi di provenienza ecclesiastica, che spesso si ponevano essi stessi come committenti delle proprie opere, prendendo, dunque, in mano il discorso apologetico per produrre opere di significativo rilievo per l’ibridazione, in esse, tra apologia cittadina, discorso ‘salvifico’ fondato sulla fondazione di chiese petrine e retrodatazione della fedeltà religiosa della città all’epoca del ‘mito cristiano’ di Noè. 

Tra i vari casi nell’ampia produzione barese, spiccano i nomi di Bari, Conversano, Monopoli, Bisceglie, per la rilevanza storico-politica dei loro storiografi ufficiali, espressioni di una significativa dialettica degli ordini in una provincia cruciale dal punto di vista economico.

Antonio Beatillo , con la sua storia di Bari, fu uno dei massimi esponenti di questa produzione cittadina, in una provincia ad alta concentrazione di grandi comunità, gravitante, appunto, intorno a Bari. Il Beatillo, privo di un reale bagaglio critico di base, ebbe il merito di aver raccolto documenti d’archivio e materiale epigrafico nella sua Storia di Bari principal città della Puglia
L’opera è divisa in quattro libri, il primo dei quali dalle origini alla fine del dominio bizantino; il secondo dai Normanni alla battaglia di Benevento; il terzo da Carlo d’Angiò alla conquista del Regno da parte di Alfonso il Magnanimo; il quarto dagli Aragonesi all’epoca dell’autore. 

Le Historiae Cupersanenses di Paolo Antonio De Tarsia sono, sulla stessa falsariga, opera di un personaggio di notevole rilevanza, abate di S. Antonio di Conversano e frequentatore della corte di Madrid. 

Il polignanese Pompeo Sarnelli, Protonotario apostolico e fecondo poligrafo, tra l’altro vescovo di Bi-sceglie, fu autore di due storie cittadine che: la Cronologia de’ vescovi et arcivescovi sipontini risale agli anni in cui il Sarnelli collaborava nello studio di Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo della città, mentre le Memorie de’ vescovi di Biseglia e della stessa città, pubblicate due anni dopo la nomina a vescovo della città, furono un significativo discorso di difesa della preminenza di Bisceglie sugli altri centri della diocesi. 

Per Monopoli, spicca la Istoria del primicerio Giuseppe Indelli, simile, per l’uso di fonti dagli archivi capitolari, a quella potentina del Rendina, o ancora, alle coeve storie materane. Simili, per struttura e tematizzazione, furono l’Historia dell’abate Francesco Antonio Glianes  e la Minopoli dell’abate Alessandro Nardelli, nel privilegiare la storia recente della cittadina anche dal punto di vista religioso. 

La Storia di Giovinazzo fu pubblicata da Ludovico Paglia che, in cinque libri, impostò la propria analisi sulla disamina degli eventi e sulla cronotassi vescovile, dedicando ampio spazio alla riproduzione integrale dei documenti, come, ad esempio, gli statuti cittadini.

BIBLIOGRAFIA:
Antonio D'Andria, IDENTITÀ SVELATE. La parabola dell’antico nelle storie locali del Mezzogiorno moderno, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 2018.

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