giovedì 4 aprile 2019

Paesi lucani. 48. Carbone nel XVI secolo

«Carbona, o Carbone, terra in provincia di Basilicata, in diocesi di Anglona, e Tursi. Nella situazione del regno è denominata Carbuni, e in più notabili dell’archivio della Camera, Carbone. Io però l’ho voluta additare con quel nome, che in oggi le danno i suoi natali» 
(L. GIUSTINIANI, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, in Napoli, presso Vincenzo Manfredi, 1797, t. III, pp. 161-162).
Carta della Terra di Carbone. Da A. Lerra, Il monastero di S. Elia di Carbone e il suo Territorio in età moderna, in C. D. Fonseca-A. Lerra (a cura di), Il monastero di S. Elia di Carbone e il suo territorio dal Medioevo all’Età Moderna, Galatina, Congedo, 1996, p. 184.

Così Lorenzo Giustiniani iniziava la sua esposizione in merito alla Terra di Carbone, nella relazione pubblicata nell’anno 1797 e redatta per Ferdinando IV, allo scopo di ragguagliarlo sulla conformazione del Regno e della sua periferia. Continuando, nella descrizione, chiosava: «tale Terra è ubicata nella zona meridionale della provincia ed è distante da Matera quarantacinque miglia (72,405 chilometri), e dallo Ionio ventotto miglia (45,052 chilometri); questa Terra confina ad est con il territorio di Calvera e ad ovest con la diocesi di Policastro, mentre a nord con Castelsarsceno e S. Quirico (S. Chirico Raparo) e a sud con Teana».
Decisamente più realistica e precisa è, però, la dettagliata e peculiare ricostruzione riportata nella Platea Carbonensis Monasterii S. Elia del 1577-1578 voluta da Giulio Antonio Santoro, custodita per lungo tempo nell’archivio della famiglia Cascini di Carbone ed ora nell’Archivio di Stato di Potenza; e una seconda Platea del monastero che è dell’anno 1741, (Regia Platea S. Elia Prophetae venerabilis ac vetustissimi Carbonensis Monasterii ordinis S. Basilii Magni) compilata e rinnovata al tempo del cardinale Firrao, anch’essa conservata ora presso l’Archivio di Stato di Potenza. Si tratta di un elenco indice, di tutti gli immobili e delle rendite possedute dal monastero sia nella Terra di Carbone che fuori da essa, con una vasta descrizione di questi e dei loro proventi; contiene, inoltre, la numerazione delle reliquie dei santi che erano presenti nello stesso monastero:
«la Terra di Carbone comincia nel luogo dove si giungono le fiumare di Serrapotamo, mal tempo dove si dice Faraco, et saglie in su per la fiumara di Maltempo la quale divide il territorio dell’Abbadia da quello della Terra della Tegana, et continuando in su che si giunge col Vallone delle Pantanazza include il, di […] Mastro Marco, et sagliendo poi per detto vallone confina sempre col monte della Tegana, esce al Pantone di […] dal qual luogo va a confinar con la Carrosa territorio di Chiaromonte, et dalla Carrosa va per lo garambone, et esce alla Fontana corrente della valle di garo, dalla qual Fontana saglie fino alla Terra dell’Episcopia et volta serra serra acqua pendente per la via pubblica che va a Latronico, et ad altri luoghi, et continua per la serra sino al feudo d’Agromonte, confinando con la Serra di […] territorio dell’Episcopia, et va serra serra acqua pendente finché si giunge al territorio della Terra di Latronico, et continuando serra serra similmente acqua pendente verso la terra di Carbuni confinando con l’istesso territorio della Terra di Latronico si giunge al Vaccareccio et seguitando serra serra acqua pendente alla Terra di Carbuni a man distra per la tempa alta a Pezzente […] al Vaccareccio, va fin che si giunge al territorio di Castel Saraceno, seguitando serra serra fino alla Tippa delli … tippa delli … et scendendo per la serra in giù esce alla via che va a di … , et più in giù per la serra si giunge alla crocivia che va à Maratia, et continuando serra serra va fino alla Difesa di Mazzaccaro territorio di S. Chirico, et esce la via via fino al luogo detto la coda della volpe, qual confina col territorio della Calvera, et scendendo per lo vallone di Ianectero va fino al luogo dove si dice lo Pescicolo, et da quello traversa all’Aria della Donna, et per la via via che esce al molino di mezzo dell’Abbadia saglie confinando col monte d’Hercole insino alla strada che va a Senese, et dalla strada in giù resta il monte d’Hercole a man sinistra, et voltando per la rasa del detto monte, scende alla Fontana di S. Eustachio, dalla quale calando in giù per lo vallone seccagno arriva al vallone corrente di S. Giorgio inconzi al molino azzo, et da quello corre confinando col monte fin’ al luogo dove si giunge il suddetto Vallone co’ la Fiumara di Serrapotamo, et da quella salendo in su per lo pede del monte arriva al primo luogo detto Faraco dove si giungono le fiumare di Serrapotamo, et mal tempo» (ARCHIVIO DI STATO DI POTENZA, Fondo Cascini, Platea Carbonensis Monasterii S. Elia, 1577-1578, f. 3rv).

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