giovedì 21 gennaio 2016

I Borbone nel 1799: "Capeti vagabondi"


Il problema della abusata denominazione “Capeto” per indicare la casa reale risale alla pubblicistica francese ed alla sua diffusione in Italia nel triennio giacobino. In Francia, l’indicazione di Luigi XVI con il semplice nome della casata (dai Capetingi, per via indiretta, discendevano le dinastie regie dei Valois, degli Orléans e dei Borbone) indicava una precisa volontà di abbassare il sovrano al livello di semplice cittadino. Del resto, Luigi fu denominato “Capeto” in maniera esplicita nell’atto di condanna a morte («Louis Capet, ci-devant roi des Français, est-il coupable de conspiration contre la liberté publique, et d'attentats contre la sûreté de l'État»). La valenza dispregiativa si diffuse anche a Napoli ad opera di letterati quali Vincenzo Monti, che nell’Inno per l’anniversario del supplizio di Luigi XVI (1799) insisteva appunto sul “vile Capeto” (v. 7; che il testo fosse ampiamente diffuso a Napoli lo dimostra la sua diffusione come foglio volante e con il titolo Inno alla Libertà del cittadino Vincenzo Monti, tra l’altro conservato in BNN, BNN, Rari, S. Q. XXXII/ F.2, f. 5). Questo appellativo, con valenza dispregiativa ad indicare i misfatti della dinastia, con riferimento soprattutto alla fama di inetti per i sovrani e di virago per le sovrane, nonché per i noti fatti delle guerre di successione europee di inizio XVIII secolo si diffuse capillarmente nella pubblicistica repubblicana delle province, spesso connessa all’indicazione dell’origine straniera, “imposta” della casata dei Borbone. Ad esempio, il proclama ai materani del commissario repubblicano Francescantonio Ceglia (commissario del Bradano) inizia con la semplice, “francese”, denominazione di “Ferdinando Capeto”, legata, quasi per antonomasia, alla figura del tiranno: «Siete finalmente liberi, o Cittadini. Il Tiranno Ferdinando Capeto non strapperà più dalle braccia delli genitori, delle spose, e de’ pupilli, il padre, il marito, il figlio per sostenersi sul trono» (SNSP, Miscellanea 1799. Giornali – Carte volanti (privati) – Versi e prose, Il cittadino Francescantonio Ceglia Commissario Organizzatore alli cittadini abitanti la Provincia di Matera, f. 102085, ll. 1-4).

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